Il cambio di velocità si vede: il Consorzio Universitario della Provincia di Trapani finalmente lavora alla luce del sole e a beneficiarne è tutto il Polo Universitario di Trapani che è più vivo che mai. I giovani trapanesi (ma non solo) rispondo presente e le immatricolazioni sono state 210. Eccezionale debutto per le new entry Infermieristica (78 immatricolazioni) e Ingegneria delle tecnologie per il mare (19). Bene le consolidate Giurisprudenza (36), Consulente giuridico d’impresa (19), Scienza del turismo (17) e Viticoltura ed enologia (41). Gli studenti, compresi quelli che stanno continuando il loro percorso di studi sono 483 e questo rafforza sempre di più l’idea della Università della Sicilia Occidentale con dentro i poli di Palermo, Trapani ed Agrigento.
Ieri i responsabili del Consorzio Universitario della Provincia di Trapani hanno presentato il nuovo sito web. Moderno e aggiornato. Questa è stata la giusta occasione per tracciare un bilancio dei primi mesi dei lavori dell’ente guidato da Francesco Torre. Le idee sono chiare e la politica – ruolo attivo del Consorzio – è allineata. Dentro il Consorzio Universitario, infatti, sono presenti i Comuni di Trapani, Erice, Marsala, Calatafimi Segesta, Castellammare del Golfo, Salemi, Paceco, San Vito Lo Capo, Valderice e altri soci privati.
“Oggi circa 30 mila studenti siciliani studiano fuori e lì rimangono e quasi mai tornano – spiega Francesco Torre, presidente del Consorzio Universitario della Provincia di Trapani – . Dalla nostra provincia l’80% di studenti che si iscrivono in medicina vanno fuori dalla Sicilia e non tornano più. Un impoverimento assoluto della nostra terra. Le istituzioni, alcuni nostri politici non lo hanno compreso. I sindaci di Trapani, Marsala ed Erice lo hanno compreso e sono al mio fianco in questa battaglia. Presto avremo un colloquio con il Rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri”. Tante però sono le opportunità che stanno nascendo a Trapani. “Tutte le risorse che sono arrivate non sono mai state investite o spese in modo corretto e preciso. La marginalità geografica va ripensata e rivista perché deve trasformarsi in opportunità con le nuove risorse che arriveranno in futuro, vedi il PNRR”.