Ha ricadute anche nella provincia di Trapani, e più precisamente ad Alcamo, la vasta operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro ed eseguita dagli investigatori delle Questure di Catanzaro, con l’ausilio della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, e di altre città italiane, denominata “L’Isola che non c’è”.
Tra i dodici soggetti raggiunti da altrettante ordinanze di applicazione di arresti domiciliari c’è, infatti, il 71enne alcamese Damiano Bonventre. Un’altra persona è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria mentre sono trenta gli indagati legati ad un’organizzazione che aveva messo radici non solo a Catanzaro, ma anche in Abruzzo a Teramo, in Veneto a Padova e in Sicilia, appunto ad Alcamo.
I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio e riciclaggio.
A Padova, nel corso dell’esecuzione della misura sono stati trovati elementi probatori che collegano l’associazione al fantomatico Stato Antartico di San Giorgio che si erano inventato per eludere e truffare oltre 700 persone, un presunto stato estero dotato di personalità giuridica.
Quello dello Stato Antartico di San Giorgio è un nome ricorrente nelle operazioni di polizia giudiziaria ed era da tempo sotto la lente dalla Digos della Questura di Catanzaro. Emerso per la prima volta nell’aprile dello scorso anno in una operazione antidroga, si diceva appartenente al fantomatico Stato anche un medico no-vax arrestato nel gennaio scorso.
Secondo l’ipotesi accusatoria, per conferire credibilità all’effettiva esistenza dello Stato agli occhi di ignari cittadini, i componenti del gruppo criminale avrebbero utilizzato una serie di artifizi, come l’apparente creazione di Istituzioni varie (Capo di Stato, Governo e relativi Ministri, Corte di Giustizia, Tribunale Supremo, Delegazioni territoriali), di una Gazzetta ufficiale, di siti internet e, soprattutto, il confezionamento di documenti d’identità anche validi per l’espatrio. Così facendo, avrebbero indotto in errore oltre 700 persone residenti in tutta Italia sull’acquisizione della cittadinanza dell’inesistente Stato Antartico, previo pagamento di una somma di denaro variabile tra i 200 e i 1000 euro, prospettando loro i vantaggi più disparati: dalla possibilità di ricevere finanziamenti per i propri progetti di ricerca, alla possibilità di fruire di una burocrazia più snella per le proprie imprese o di utilizzare i documenti dello Stato per circolare liberamente in Italia e all’estero, alla possibilità di consentire l’ingresso sul territorio nazionale di cittadini stranieri.
Attraverso l’adesione allo Stato Antartico, i benefici più allettanti esposti erano però quelli connessi alla riduzione dell’imposizione fiscale, con un’aliquota pari solo al 5% da versare al nuovo Stato di appartenenza con correlativa esenzione dalla corresponsione delle imposte in Italia; la possibilità di preservare i propri beni da possibili azioni esecutive dello Stato italiano, dato che sarebbero divenuti beni “sangiorgesi”; quelli di poter continuare a esercitare la professione medica nonostante l’avvenuta radiazione/sospensione dall’Albo e di essere esentati dagli obblighi vaccinali. In almeno due casi è emersa la vendita di terreni in Antartide con annesso titolo nobiliare.