Notificata al truffatore seriale Giorgio Covato, presso la Casa Circondariale di Ragusa in cui si trova, la misura della custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura di Palermo per truffa, indebito utilizzo
di carte di credito e pagamento, autoriciclaggio, sostituzione di persona e furto aggravato commessi tra il febbraio e il marzo 2021 ai danni di una cittadina rumena che vive nel capoluogo palermitano.
Covato era già in carcere a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso 7 febbraio dal gip del Tribunàle di Trapani per i reati di calunnia, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti commessi in provincia di Trapani tra il luglio e il novembre del 2021 mentre si trovava in regime di arresti domiciliari nella Casa Canonica di Valderice.
L’attivita d’indagine condotta dall’Aliquota della Polizia di Stato della Sezione di P.G. della Procura di Trapani (che aveva arrestato in flagrante l’uomo il 26 marzo 2021 per truffa ai danni di un commerciante trapanese), ha accertato che il truffatore avrebbe avvicinato la donna al Foro ltalico di Palermo, qualificandosi come poliziotto appena trasferito da Roma.
Ne era scaturito un dialogo e la donna, dopo avergli parlato della sua vita privata e della sua attivita di badante da anni in Italia, gli aveva riferito di voler utilizzare i suoi risparmi per l’acquisto di una casa, vivendo da tempo in un appartamento in affitto.
Covato, prendendo la paIla al
balzo, avrebbe detto alla donna che sua madre si occupava di intermediazione in acquisti immobiliari e che in famiglia avevano sperimentato alcuni investimenti redditizi grazie ad una specifica applicazione che, tra le altre cose, permetteva di ottenere l’accreditamento periodico di somme.
Da quel giorno, e in pochissimo tempo, era riuscito a guadagnarsi la fiducia della donna – dalla quale era stato anche ospitato dopo che le aveva riferito di non poter alloggiare in caserma con i colleghi in quanto “sotto copertura” – e ad impossessarsi di tutti i risparmi, per un totale di oltre 32.000 euro. Somma che poi l’uomo avrebbe impiegato in attivita di tipo speculativo in modo da nasconderne la provenienza illecita. Avrebbe, infatti, aperto un conto gioco – con una societa di raccolta e gestione di scommesse sportive – intestandolo, a sua insaputa, alla stessa donna, utilizzando il suo documento di riconoscimento, il numero di cellulare e altri dati personali.
A dimostrazione di quanto sia elevato lo spregio per le regole della convivenza civile di Covato, il gip ha evidenziato nell’ordinanza che l’uomo si sarebbe anche impossessato, sottraendoli dall’abitazione della donna, di due tovaglie, una fede in oro e una collana.