La Procura della Repubblica di Pisa ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio sulla morte di Francesco Pantaleo, lo studente universitario di Marsala il cui cadavere carbonizzato era stato trovato lo scorso 25 luglio nelle campagne di San Giuliano Terme, a pochi chilometri dalla città toscana.
Gli inquirenti hanno nominato un pool di esperti – un tossicologo, un chimico, una genetista, due medici legali e un consulente forense – per lavorare sui dati e i campioni raccolti intorno al caso. Tra loro – come riporta un articolo pubblicato su Il Tirreno – il professoe Marco di Paolo, medico legale, e la genetista Isabella Spinetti che, per prima, attraverso la comparazione con il DNA dei genitori, ha rivelato la correlazione tra il cadavere anonimo e il ragazzo scomparso dalla abitazione che condivideva con altri due universitari lo scorso 24 luglio.
Sotto esame anche le chat di un videogioco online, al quale Pantaleo giocava molto spesso, successivamente rimosso dal computer.
Il ragazzo, lo scorso anno, aveva scelto di restare in Toscana anche nei mesi del lockdown e delle lezioni universitarie con modalità di didattica a distanza invece di optare, come moltissimi, per il rientro in famiglia in Sicilia.
Di recente il giovane aveva detto ai suoi genitori che si sarebbe laureato in Ingegneria informatica il 27 luglio ma, come si è scoperto successivamente, in realtà gli mancavano ancora alcuni esami prima di raggiungere il titolo di studio. Una circostanza che farebbe propendere per il suicidio anche se, sul luogo dove è stato ritrovato il cadavere non state trovate tracce di liquido infiammabile né contenitori.