Un nuovo relitto di nave romana, risalente al IV-V secolo d.C., è stato individuato alla profondità di 98 metri nel mare delle Egadi. Il carico che trasportava è ancora integro, si tratta di anfore del tipo Almargo 51c originarie della penisola iberica.
La scoperta è frutto della campagna di ricerca in corso nello specchio d’acqua delle Isole Egadi, coordinata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana con la collaborazione con la RPM Nautical Foundation, un’organizzazione no-profit di ricerca archeologica e di istruzione che dal 2005 sostiene la ricerca archeologica marittima della Regione Siciliana e l’Università di Malta.
Il rinvenimento è il risultato di due campagne di ricerca effettuate, a novembre del 2020 e a luglio di quest’anno, con un side scan sonar, a bordo della nave Hercules, che ha fornito importanti target sui quali è ripresa la ricerca negli scorsi giorni.
“L’eccezionale scoperta – osserva la soprintendente del mare Valeria Li Vigni – è una conferma di quanto già sostenuto dalla Soprintendenza del Mare sin dai tempi di Sebastiano Tusa che aveva indicato nel mare delle Egadi una fonte inesauribile di microstorie che ci portano verso la conoscenza della Storia, non solo della Sicilia ma del Mediterraneo
Le numerose rilevazioni (strisciate), effettuate con avanzati strumenti di robotica quali l’AUV (autonomous underwater vehicle) e il ROV (remotely operated vehicles), hanno consentito di delineare in dettaglio il relitto con il suo carico di anfore la cui restituzione in 3D sarà realizzata nel 2022 dalla SopMare e l’Università di Malta, grazie al professor Timmy Gambin e alla RPM in una campagna di misura.
“Questa scoperta è l’ennesima dimostrazione di un lavoro incessante che prosegue sui nostri fondali – evidenzia l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – per scoprire nuovi siti archeologici sommersi e ricostruire le vicende dell’antichità. L’uso sempre più frequente delle nuove tecnologie nel campo della ricerca subacquea sta consegnandoci soddisfacenti risultati aprendo il Mediterraneo ad una lettura più ampia e dettagliata”
La scoperta di un nuovo relitto ad alta profondità arriva dopo quello della nave romana individuata alcuni giorni fa a Isola delle Femmine, nel Palermitano, e arricchisce di dettagli la narrazione sui movimenti nel Mediterraneo in un tempo in cui la Sicilia si trovava al centro di relazioni, commerci e scambi. GUARDA IL VIDEO