Tredici ipogei, sepolture monumentali con camere funerarie di epoca punica (IV e III secolo a.C.), più di settanta tombe. Praticamente, i primi morti della civiltà che nel 397 a.C., in fuga da Mothia, fondò sulla terraferma l’insediamento di Lilybeum.
Il rinvenimento di una nuova parte della già nota necropoli punica che insiste su quella zona della moderna cittadina lilibetana.
Un ritrovamento incredibile, frutto degli scavi archeologici preventivi alla posa di una fondamentale opera pubblica, la nuova rete fognaria.
Siamo a Marsala, a due passi dal centro storico, nell’area urbana fra “Porticella” e “Sappusi”, in via Alcide de Gasperi.
Lo scorso 21 febbraio, ne abbiamo parlato qui
Ma a che punto sono i lavori, archeologici e di messa in posa della nuova rete fognante?
Perché i lavori sono fermi da 35 giorni?
C’è comunione di intenti fra la Soprintendenza ai Beni Culturali, Responsabile Unico del Procedimento (RUP) e direzione dei lavori?
Come si stanno spendendo i quasi 10 milioni di euro di soldi pubblici stanziati?
Perché, in barba a tutte le norme sulla trasparenza relative agli appalti pubblici, non siamo riusciti a trovare nessun capitolato di spesa?
Vista la posizione nota della necropoli, e vista la certezza della presenza di beni culturali a pochi centimetri dall’asfalto, come è stato possibile che fosse approvato il passaggio della fognatura in quel punto? E perché non ci si è premuniti di studiare un compromesso opportuno per la tutela del bene e per garantire un servizio primario come è quello della rete fognaria?
Cosa ne sarà di quello che ‘rischierebbe’ di diventare uno fra i più grandi siti archeologici relativi al periodo punico dell’intero Mediterraneo?
Per qualcuno è davvero un rischio, nell’accezione negativa del termine?
Qual è la posizione della Regione Sicilia, nella persona dell’assessore ai Beni Culturali Samonà?
E quella dell’assessore comunale Arturo Galfano, che ha la delega sia ai Lavori Pubblici che ai Beni Culturali?
Infine, si aspetta il morto per vietare il transito automobilistico sopra una delle camere mortuarie, completamente svuotata e aperta?
Ad oggi, 25 giugno 2021, il cantiere è fermo. E lo è dallo scorso 20 maggio. Più di un mese di “stallo”. Non è dato sapere a cosa sia dovuto lo stop al cantiere. Bocche cucite in queste settimane dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e dalla direzione dei lavori. La sensazione, corroborata da indiscrezioni di corridoio raccolte da TrapaniSì, è che qualcosa non sta andando nel verso giusto.
La consegna dei lavori della rete fognaria è una priorità assoluta per la cittadinanza, così come, per molti residenti e attività commerciali della zona, sarebbe opportuno il ripristino della piena viabilità.
Trattandosi di spesa pubblica, il capitolato di spesa deve essere completo, trasparente e accessibile ai cittadini. La nostra redazione non è riuscita ancora a trovarlo. L’unica cifra palesata è la somma complessiva finanziata per il completamento della rete fognaria nel centro di Marsala: 9.316.000,00€
Sono stati spesi? Come? Per cosa?
Abbiamo provato a sentire l’AquiConsult, società locale che ha in carico la direzione dei lavori sul campo, ma non siamo riusciti a metterci in contatto con loro.
Noi di TrapaniSì abbiamo quindi contattato Sogesid Spa, la società incaricata tramite appalto dal Commissario Straordinario Unico interministeriale per la Depurazione, dei lavori di messa in posa delle tubature. A risponderci, è stato proprio l’ufficio del Commissario:
“I lavori di realizzazione della rete fognaria di Marsala sono in corso di esecuzione in diverse zone della città. Nell’area di via De Gasperi si sono fermati per il ritrovamento di reperti archeologici di grande valore storico, tra cui due camere ipogee, di cui una di maggiori dimensioni.
Con la Sovrintendenza è in corso un’interlocuzione per definire una soluzione operativa per la posa delle tubazioni in presenza di diffuse e superficiali tombe di epoca punica, che possa contemperare le due esigenze di tutelare il patrimonio culturale e insieme continuare i lavori sulla rete fognaria, cui sono destinate le risorse in capo alla Struttura del Commissario Straordinario per la Depurazione. Dalla prossima settimana inizierà la posa della tubazione nella via De Gasperi e la ricopertura dello scavo nei tratti dove sarà posata la tubazione della nuova fognatura: brevi tratti della sede stradale in corrispondenza dei citati ipogei saranno delimitati e messi in sicurezza. Ciò in attesa di definire, per queste ridotte aree in sede stradale, la sistemazione definitiva sia con la Soprintendenza, per quanto riguarda la tutela del ritrovamento dell’importante ipogeo principale , che con il Comune di Marsala, per quanto concerne la viabilità di questo breve tratto di strada. “
Si riparte, quindi, e siamo in dirittura d’arrivo. Ma a nostro avviso, la cittadinanza merita ancora molte risposte.
Lo stato dell’arte attuale è impietoso: gli ipogei sono a cielo aperto, stracolmi di munnizza. L’area del cantiere è, comprensibilmente vista l’assenza di operai e tecnici, in uno stato di degrado poco consono a quello che dovrebbe essere un seppur neonato sito archeologico nel pieno centro di Marsala. E siamo in piena stagione turistica.
Qualsiasi cosa si decida di fare con le strutture, il sito va immediatamente ripulito e chiuso agli agenti atmosferici.
Non ci si può permettere di interrarlo, senza averlo prima bonificato da tutta l’immondizia che si è riversata dentro allo scavo in questo mese e mezzo.
La soprintendente ai Beni Culturali della provincia di Trapani, architetto Girolama Fontana, lo scorso 25 maggio (quindi dando la fotografia attuale dei lavori, visto che non si è toccato neanche un sasso dal 20 maggio), aveva dichiarato pubblicamente alla stampa che si tratta di “ipogei ancora non esplorati” e che è stato applicato l’articolo 25 del codice dei Beni Culturali, che disciplina in materia di archeologia preventiva. Nello stesso articolo al comma 9, viene fatto obbligo al soprintendente di porre un termine temporale di fine lavori. Ad oggi, non è dato sapere quando i lavori termineranno, e quando verrà ripristinata la piena viabilità nella zona.
Come valorizzare i beni ritrovati? Qual è l’indirizzo che l’amministrazione comunale e il Governo regionale vogliono dare?
L’assessore regionale ai Beni Culturali, Alberto Samonà, ha dichiarato: “al Governo regionale che rappresento, il compito di creare le condizioni perché questi ritrovamenti non siano il momento conclusivo di un’attività, ma rappresentino la prima pagina di un nuovo libro che valorizzi la storia e l’identità dei luoghi”.
Al di là delle graziose dichiarazioni di circostanza, sarebbe il caso di capire cosa farne di quello che può essere considerata la più importante necropoli punica del Mediterraneo.
E l’amministrazione comunale? L’assessore Arturo Galfano ha la delega sia ai Lavori Pubblici che ai Beni Culturali. Dovrebbe essere il primo a porre delle domande, e a dare delle risposte ai suoi cittadini. Latitante sulla vicenda anche il Primo Cittadino Massimo Grillo, che dal ritrovamento e dall’inizio dei lavori, non solo non ha dichiarato nulla, ma che non si è mai nemmeno visto nei pressi di via De Gasperi.
Non è tutto.
I cittadini che transitano in automobile sopra uno dei due ipogei principali, quello posto per intenderci davanti alla caserma della Guardia di Finanza, rischiano costantemente la vita.
Lo svuotamento della terra di riempimento, ha creato un’intercapedine fra l’asfalto della strada e la camera di sepoltura. Le automobili percorrono liberamente questo tratto di strada, dove gli smottamenti di questo “strato di mezzo” sono evidenti a occhio nudo. La Polizia Municipale ha posto il divieto di transito ai mezzi che pesano più di 3,5 tonnellate. Divieto che viene comunque ignorato dagli autotrasportatori che lavorano per gli esercenti della zona, e che comunque, sembra non essere sufficiente:
non si dovrebbe consentire il transito ai veicoli su questo tratto della via De Gasperi.
L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, è l’ennesima tragedia evitabile.