Ieri alle 12 è arrivata la notizia: Patrick Zaki è stato scarcerato e affronterà un nuovo processo in Egitto a febbraio. Cadute le accuse che gli sarebbero valse l’ergastolo, lo studente egiziano – che aveva intrapreso i suoi studi universitari in Italia – adesso potrà tornare davanti ai giudici senza dover attendere in carcere.
“La notizia è stata appresa con grande gioia – commenta Debora Oddo, responsabile del gruppo 295 di Trapani di Amnesty International – all’inizio eravamo un po’ titubanti, perché ricevendo le notizie ogni ora vedevamo come il legale chiedeva prove, verbali, video e quindi poi con la sospensione del processo pensavamo venisse rimandato. Poi alle 12 è arrivata la notizia che è stato scarcerato con il processo rimandato a febbraio. Sicuramente lo stato d’animo è diverso rispetto a chi si è riunito in altre piazze italiane la sera precedente all’udienza, adesso siamo molto più fiduciosi e continuiamo a supportalo e rimanere vigili. La pressione internazionale sicuramente ha funzionato – continua Debora Oddo -, la frase “Libertà per Patrick Zaki” ha contribuito, però non possiamo ancora farla decadere perché non è ancora libero completamente. Continueremo ad utilizzarla e siamo felici di averla utilizzata”.
Amnesty sostiene non solo la causa di Patrick Zaki ma è stata impegnata anche nella vicenda che riguarda l’uccisione dell’italiano Giulio Regeni: “Sostanzialmente gli ultimi aggiornamenti si evincono ormai dalla relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del ricercatore 28enne”.