Straordinario successo per il “Colomba Bianca Swing Festival”. Con quattordici appuntamenti d’eccezione, 85 artisti provenienti da ogni parte d’Italia che si sono avvicendati sui vari palchi allestiti per la rassegna, 45 tra maestri di ballo (lindy hop e balboa) e ballerini internazionali. Oltre 5000 spettatori hanno partecipato agli eventi in programma, facendosi contagiare dallo stile anni ’20.
Questo è il bilancio straordinario della rassegna andata in scena dal 10 luglio al 4 settembre a San Vito Lo Capo che, promossa dal Comune in collaborazione con la cooperativa vitivinicola siciliana del presidente Dino Taschetta, ha conquistato il pubblico. Le atmosfere vintage, l’eleganza retrò, la musica e i balli in uno degli scenari più suggestivi dell’Isola, tra il Giardino del Palazzo la Porta (sede del Comune), piazza Santuario e piazza Carlo Barbera (ex Marinella), hanno allietato l’estate dei trapanesi.
“È stato un cartellone ricco e variegato con rappresentanti del genere musicale di altissima qualità – ha sottolineato il sindaco di San Vito Lo Capo, Giuseppe Peraino – a ogni appuntamento, il giardino di Palazzo La Porta è stato gremito da un pubblico attento e appassionato. Il ritmo dello swing ha scandito tante belle serate facendo percepire la grande sinergia tra gli artisti sul palco. Ricordo con particolare emozione l’affiatamento tra il grandissimo maestro Lino Patruno e il nostro Mauro Carpi, eccellente musicista e direttore artistico della rassegna. Colomba Bianca Swing Festival è espressione della collaborazione positiva tra un Ente pubblico e una azienda privata, le Cantine Colomba Bianca. Un evento sul quale l’Amministrazione punterà anche in prospettiva futura lavorando per arricchire anche il cartellone dell’estate 2023”.
“L’affluenza è stata di circa 5000 partecipanti – ha commentato il direttore commerciale di Colomba Bianca Giuseppe Gambino – il pubblico ha gradito la presenza di artisti di tenore internazionale, su tutti Gianluca Guidi e Lino Patruno, vera enciclopedia vivente dello swing. La rassegna ha visto rappresentate le vecchie e le nuove leve, big e nuove proposte, l’entusiasmo contagioso dei protagonisti ha fatto scatenare i trapanesi. Inoltre le degustazioni organizzate da Colomba Bianca hanno reso ancora più emozionale questo percorso legato alla memoria. La presenza del Sindaco di San Vito Lo Capo e di parte della sua Giunta, ha rafforzato ancora di più il legame tra Colomba Bianca e l’Amministrazione. Grazie alla sinergia tra pubblico e privato è possibile ideare manifestazioni vincenti che servano da volano per il territorio. Crediamo che vino e musica siano come due amanti che si completano. Forti del successo di questa stagione stiamo già pensando alla terza edizione”.
La direzione artistica è stata affidata al maestro Mauro Carpi, che è riuscito a coinvolgere grandi nomi della musica italiana e internazionale e ha aperto il palco al Conservatorio di musica “Antonio Scontrino” di Trapani e all’Istituto superiore di Studi Musicali Arturo Toscanini di Ribera.
“Tantissimi i musicisti che si sono avvicendati – ha commentato Carpi – abbiamo registrato migliaia di presenze e per le serate finali il tutto esaurito. Il bilancio è assolutamente positivo, il festival sta diventando veramente importante: sono gli artisti a contattarci per esibirsi al “Colomba Bianca Swing Festival”. Vari i gruppi che hanno partecipato, il più numeroso di questi era composto da 27 elementi. Il concerto di Gianluca Guidi ha generato una vera e propria festa. Lui è uno straordinario personaggio, uno show-man, ha intrattenuto il pubblico come solo i grandi sanno fare. Ringrazio Colomba Bianca per il supporto, grazie a questa meravigliosa realtà imprenditoriale siciliana quella che era solo un idea è diventata realtà. Durante le serate, la Lino Patruno foundation ha donato un premio al giovane musicista siciliano Gaetano Castiglia, proveniente da Lercara Friddi, comune del palermitano e luogo di nascita dei genitori di Frank Sinatra, per evidenziare il lavoro dei giovani musicisti che investono il loro tempo nel ripercorrere la tradizione del jazz”.