Annunciati i documentari in concorso alla quattordicesima edizione di SiciliAmbiente che si svolgerà dall’11 al 16 luglio a San Vito Lo Capo. Il Festival, diretto da Antonio Bellia, con la direzione organizzativa di Sheila Melosu, è un importante punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per il cinema, legato alle tematiche ambientali, ai diritti umani, allo sviluppo sostenibile e alla biodiversità.
Saranno otto i documentari in concorso, tra anteprime mondiali e italiane, che affronteranno una pluralità di tempi di grande attualità legati all’impatto dell’uomo sul pianeta e in particolare sugli oceani e i nostri mari. Si va dalla lotta contro l’organizzazione terroristica jihadista più pericolosa del mondo (ISIS) alla speculazione edilizia in Cina, dal cambiamento climatico al problema del riscaldamento globale e al Covid.
Questi i documentari in concorso:
Heza di Derya Deniz, dall’Iraq in anteprima italiana, un documentario che parla di una donna yazidi ridotta in schiavitù durante l’attacco dello Stato Islamico (Isis) a Shengal, iniziato il 3 agosto del 2014. La donna racconta cosa ha vissuto nelle mani dell’Isis e come ha continuato la sua vita dopo la fuga. Heza non avrebbe mai pensato di poter comandare un giorno centinaia di uomini e donne in una battaglia contro l’organizzazione terroristica jihadista più pericolosa del mondo (ISIS) e di poterla sconfiggere. Questo documentario è una testimonianza vivente del dolore e della sofferenza di Heza e della sua lotta per la giustizia.
Heroes of the Sea di York Hovest, Katrin Eigendorf e Sabine Streich, dalla Germania in anteprima internazionale. Un documentario che tratta diversi temi importanti del nostro ambiente: dal cambiamento climatico alla pesca illegale, dalla morte dei coralli all’inquinamento globale da plastica nei nostri oceani. York Hovest trova veri e propri eroi in tutto il mondo che ci mostrano in modo impressionante come implementare le soluzioni. Heroes of the Sea non è solo un appello all’umanità attraverso immagini scioccanti, piuttosto, illustra il messaggio positivo che tutti noi possiamo fare qualcosa. Tutte le persone coinvolte in questo film hanno contribuito gratuitamente con il loro lavoro per aiutare i nostri oceani.
On My Way di Emelie Carlsson Gras, dalla Svezia, in anteprima italiana. Il film esplora l’espressione di sé tra i registi, gli artisti rap e gli scrittori di Dakar. Un film sull’uso della telecamera come voce e sulla creazione come via d’uscita in una lotta costante per i diritti delle donne. Molte donne infatti si sono dedicate alla narrazione personale e i loro diari su YouTube hanno riscosso un grande successo.
A Pile of Ghosts di Ella Raidel, dall’Austria in anteprima italiana. Il docufilm parla di una storia fantasma di urbanizzazione. L’ultimo albergo condannato alla demolizione come il resto della città è ancora in piedi. Il proprietario Charles si immagina con una visitatrice nelle scene di un classico di Hollywood. Il gioco tra documentario e finzione, in cui compaiono operai edili, investitori e agenti immobiliari, si svolge nella Cina contemporanea, dove le città sono costruite interamente sulla speculazione, dettata dalle finzioni del capitalismo.
I’m So Sorry di Liang Zhao, dalla Francia in anteprima italiana, un film sulla situazione del riscaldamento globale nei termini delle scelte dell’umanità in materia di energia nucleare.
Mother Lode di Matteo Tortone, dall’Italia in anteprima siciliana, ipnotico racconto di un viaggio che ha il fascino del popolare a metà tra la mitologia e il monito contro i pericoli della hubris umana.
Living in a Postcard di Christian Nicoletta, dall’Italia in anteprima siciliana, sul turismo senza sosta degli ultimi anni che ci ha venduto un’immagine di destinazioni turistiche da cartoline perfette, ma che al tempo stesso ha generato anche forti tensioni sociali. Poi è arrivato il Covid-19 e questi problemi sono passati in secondo piano. In un viaggio tra Cinque Terre, Londra, Venezia, Barcellona e i fiordi Norvegesi andiamo a scoprire la radice di questi problemi e se esisteranno ancora dopo la pandemia.
Slepice, Virus a My di Filip Remunda, dalla Repubblica Ceca in anteprima italiana, sull’inizio della crisi del Coronavirus, quando il regista si è rifugiato nelle campagne con i suoi tre figli. Durante la navigazione su Internet i bambini hanno trovato un video di un mercato alimentare asiatico. La telecamera vaga per il mercato mostrando serpenti, topi e altri animali selvatici sezionati, inclusi i pipistrelli. Sono rimasti scioccati nel vedere gabbie sovraffollate piene di cani e gatti destinati al macello. In un altro video, i bambini hanno appreso che il virus si sarebbe diffuso dagli animali selvatici agli esseri umani in un mercato simile a Wuhan, in Cina. Le riflessioni sul rapporto tra uomo e animale portano alla decisione di adottare i polli e mantenerli come fanno i loro vicini di casa.
Il Festival, vuole promuovere e diffondere il cinema d’autore e il cinema documentario e favorire il confronto tra i registi attraverso incontri e tavole rotonde, annoverando quattro sezioni competitive: un concorso internazionale documentari; un concorso internazionale lungometraggi di finzione, un concorso internazionale cortometraggi (di finzione e documentari) e un concorso internazionale dedicato all’animazione. Oltre ai premi in denaro di ogni sezione competitiva – attribuiti da una giuria di esperti e di personalità del cinema e della cultura – saranno assegnati il premio AAMOD; il premio “Diritti Umani” conferito da Amnesty International Italia; il premio “Ambiente” conferito da Greenpeace Italia; il premio Speciale TTPIXEL. A questi si aggiunge, infine, il premio del pubblico per la sezione Lungometraggi.