Anche nella provincia di Trapani è diminuito il numero dei residenti che, negli ultimi due anni, si è rivolto a strutture sanitarie fuori regione per ricoveri ospedalieri, per una spesa relativa scesa dai 25,7 milioni di euro del 2019 ai circa 19 milioni del 2021. Un dato in linea col trend regionale rivelato dall’Analisi della mobilità passiva ospedaliera nel 2021, realizzata da Kpmg e presentata questa mattina a Palermo dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
Secondo lo studio, infatti, il 64% dei ricoveri di residenti nel Trapanese sono stati eseguiti da strutture pubbliche (55%) e private (9%) del territorio. L’11% dei ricoveri complessivi del 2021, invece, si è registrato verso altre regioni d’Italia: si tratta di 4.268 ricoveri, tra cui 4.038 per patologie “acute”, 207 per “riabilitazione” e 23 per “lungodegenza”. Si tratta delle percentuale più alta di ricoveri fuori regione tra le province della Sicilia.
Le principali prestazioni sanitarie per le quali i trapanesi hanno preferito viaggiare riguardano l’Ortopedia e traumatologia (sostituzioni di articolazioni maggiori o reimpianto di arti inferiori), Chirurgia generale (interventi per obesità) e Neurochirurgia (Artrodesi vertebrale con approccio anteriore/posteriore).
La mobilità all’interno della Sicilia è pari al 25% dei ricoveri complessivi del 2021, tra strutture pubbliche (13%) e private (12%) di altre province.
«Offrire ai siciliani un servizio sanitario efficiente – commenta il presidente della Regione Nello Musumeci – è il chiodo fisso che ci accompagna da cinque anni. La netta riduzione del ricorso alle cure fuori dalla nostra regione è un primo segnale confortante, anche se va preso in considerazione l’impatto del Covid. Stiamo investendo oltre un miliardo di euro, in tutta l’Isola, per realizzare nuove e moderne strutture, adeguare reparti ospedalieri, potenziare i Pronto soccorso, acquistare moderne attrezzature mediche e dare ai nostri concittadini un’assistenza che non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane. Un percorso difficile, certo, ma ormai avviato e che intendiamo portare avanti».
«I dati dell’Analisi di Kpmg – spiega l’assessore alla Salute Ruggero Razza – sono molto positivi, senza dubbio i numeri dimostrano che non siamo al livello di quattro anni fa e che dobbiamo proseguire su questa strada senza cullarci sui risultati raggiunti, ma non possiamo ancora dire di essere del tutto soddisfatti. Se i siciliani sono tornati ad avere fiducia nei confronti della Sanità siciliana, il nostro sforzo deve essere doppio: ancora oggi le liste d’attesa sono lunghe e con tempi in qualche caso inaccettabili. La qualità assistenziale, inoltre, deve essere la stessa in tutte le nove province dell’Isola. Continuiamo a lavorare per raggiungere questi obiettivi».
La diminuzione del ricorso ai ricoveri nelle strutture sanitarie fuori Sicilia è ben visibile analizzando i flussi di mobilità verso le altre regioni. I siciliani che sceglievano di curarsi in Lombardia, nel 2019 erano più di 15mila, mentre nel 2021 passano a 9.700, con una spesa regionale che scende da 80 a 50 milioni di euro. In Emilia passiamo da 30 milioni di euro a 25, in Veneto da 22 milioni a 18, nel Lazio da 15 a 13, in Toscana da 13 a 10 e in Piemonte, infine, da 11 a 9. Si tratta, in prevalenza, di ricoveri per situazioni acute (31.845 casi, il 94% del totale), per riabilitazione (1.759, il 5%) o lungodegenza (189, l’1 %).