Rissa tra detenuti, ieri, nella Casa Circondariale di Trapani dove alcuni poliziotti penitenziari sono rimasti feriti. A comunicarlo sono i Segretari locali di SAPPE, Gaspare D’Aguanno, UILPA Polizia Penitenziaria, Giuseppe Scaduto, USPP, Arcangelo Poma, e FNS
CISL Antonino Ficara.
“L’evento critico è accaduto nei cortili passeggi del reparto Mediterraneo – riferiscono i sindacalisti – il padiglione devastato dai detenuti a seguito della rivolta del marzo 2020 ed oggi interessato da modeste riparazioni.
Più di una mezza dozzina di detenuti si sono affrontati, creando una rissa ), che ha visto l’intervento immediato del poco personale di Polizia Penitenziaria in servizio per evitare conseguenze fisiche più gravi ai detenuti”.
Calmate le acque, quattro poliziotti penitenziari hanno dovuto fare ricorso alle cure dei medici per le ferite riportate per dividere i detenuti coinvolti nella rissa.
“Non sono mancate – proseguono gli esponenti dei sindacati – le minacce di morte pronunciate da un paio di detenuti
verso gli altri tre operatori di Polizia Penitenziaria che erano intervenuti nella gestione dell’evento che stava portando alla compromissione dell’ordine e della sicurezza dell’Istituto” .
“Purtroppo – concludono in sindacalisti, il clima della caccia al poliziotto
penitenziario, lanciata anche dalla generalizzazione dei nefasti fatti accaduti a Santa Maria Capua Vetere, stanno indebolendo di più il sistema carcerario, con un aumento esponenziale dei rischi in capo al poco personale in servizio nel carcere trapanese”.
I sindacalisti chiedono provvedimenti severi nei confronti dei detenuti protagonisti dell’episodio e sono riservati di chiedere un incontro alla prefetta di Trapani per sollecitare l’apertura di una unità di crisi perché la situazione delle carceri trapanesi.
Sullo episodio si registra anche la presa di posizione del CNPP, altro sindacato della Polizia Penitenziaria, che esprime solidarietà ai feriti e a tutti i poliziotti in servizio al carcere di Trapani “che ogni giorno lavorano in condizioni pessime, difficilissime, acuite dalla carenza di personale (70 unità) che costringe ad accorpare più posti di servizio, concentrando responsabilità e carichi di lavoro non più sopportabili sui pochissimi poliziotti penitenziari rimasti stoicamente in servizio”.
“Non crediamo – dichiara il Segretario regionale Domenico del Grosso – che l’evento successo ieri sia ascrivibile, come qualcuno sostiene, all’accanimento mediatico nei confronti della Polizia Penitenziaria. Tali eventi frequenti sono ascrivibili a problematiche che si trascinano da anni e per le quali i vertici dipartimentali non riescono (o forse non vogliono?) trovare immediate soluzioni. Più volte, infatti, abbiamo scritto al Capo del Dipartimento per l’applicazione immediata dell’art.14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e il trasferimento fuori regione per i detenuti violenti che si rendono colpevoli di aggressioni ai colleghi e anche ad altri detenuti, ma al Dipartimento, come si dice in Sicilia, di n’aricchia ci trasi e di l’autra aricchia ci nesci”.
Il sindacato dice “basta alla presenza di detenuti con problemi psichiatrici e quelli di difficile gestione in quanto rifiutano il trattamento che continuano a perpetrare comportamenti criminali anche all’interno del carcere, e ciò perché sono consapevoli che le punizioni per comportamenti violenti sono blande: una denunzia, un po’ di isolamento e forse un trasferimento all’interno della regione”.