Il Baglio Messina, nell’immediata periferia di Custonaci, sarà oggetto di un intervento di riqualificazione grazie al finanziamento di 1.335.000 euro disposto dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana con fondi del POC 2014-2020.
“L’intervento che abbiamo finanziato – spiega l’assessore Alberto Samonà – rappresenta un’azione importante in una porzione di territorio, un tempo borgo rurale, che negli ultimi decenni ha saputo reinventarsi con interventi in ambito turistico-culturale. Sottolineando la vocazione di questa zona e valorizzando le tradizioni etno-antropologiche e la singolarità dei luoghi, infatti, Custonaci ha saputo rendere più invitante un territorio che oggi ha anche incrementato la propria capacità ricettiva”.
Le opere programmate riguardano il complessivo rifacimento di tutto il Borgo, a partire dalle vie principali, e riguarderanno in particolare la pavimentazione delle strade, la realizzazione degli impianti di illuminazione e di smaltimento delle acque, la revisione del verde pubblico la realizzazione dei camminamenti pedonali. Gli interventi, che saranno realizzati con uso del marmo locale, elemento su cui si basa l’economia della città di Custonaci, avranno la durata di un anno dalla consegna del cantiere.
Il Baglio Messina è uno dei Borghi Rurali “Casalia Inhabitata” concessi nel 1241 da Federico II di Svevia all’università di Monte San Giuliano (l’attuale Erice), con lo scopo di aggregare gli “habitatores” sul vasto territorio circostante per l’incremento della popolazione.
Questo territorio, che si estendeva fino a Castellamare del Golfo, fu diviso in feudi e dato alle più facoltose famiglie ericine per amministrarlo.
La “Riviera dei marmi” – così era chiamato l’ambito territoriale – comprendeva sette feudi con trentasei “parecchiate”, ovvero appezzamenti di terreno che consentivano la coltivazione agricola, aggregando così un certo numero di abitanti.
Da un elenco del 1615 i feudi della Riviera dei Marmi risultano essere sette: il Baglio Messina rientra in quello che era denominato Feudo di Mocata.