Amici miei, cari lettori, oggi tratterò un argomento un po’ diverso legato al Covid-19, chi mi conosce sa’ che una delle mia passioni, oltre la mia famiglia e il lavoro, è lo sport. Amo andare in bici quando ho un po’ di tempo libero.
Sabato mattina, facendo una escursione in bici da Martogna a Erice tramite il sentiero Sant’Anna, ho notato che ci sono zone raggiungibili esclusivamente con moto o con bici dove sono presenti numerose siringhe usate.
Questo fatto mi ha un po’ sconvolto, e mentre pedalato pensavo… come si può in montagna invece di rigenerarsi “autodistruggersi” assumendo droghe? La montagna dovrebbe essere salute psichica perché l’uomo viene in contatto con il suo ambiente naturale. Ma “ahimè”, la pandemia da COVID-19 ha drasticamente cambiato le nostre vite.
Nella gravissima emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo da febbraio 2020, le regole sul “rimanere in casa” impostate dalle autorità hanno determinato un sensibile aumento dell’uso di stupefacenti da parte dei giovani. L’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA) fornisce le statistiche sul consumo di droga in Italia e negli Stati membri della UE.
Secondo l’EMCDDA in Italia vi sarebbero all’incirca 393.000 persone con problemi di dipendenza da droga con una percentuale del 10 per mille!
Un sondaggio condotto durante il periodo della pandemia ha evidenziato come la percentuale degli adolescenti che ne fanno uso è aumentata con il periodo di chiusura, le risposte fornite nei questionari anonimi sul perché i giovani utilizzano droghe hanno evidenziato che le motivazioni sono in ordine di frequenza:
– bisogno di libertà
– senso di oppressione
– insofferenza ai divieti e agli obblighi imposti
– solitudine da distanziamento interpersonale.
Lo studio ha evidenziato, inoltre, che nel periodo di confinamento domiciliare, il cosiddetto “lockdown”, i consumatori abituali di sostanze d’abuso, non andavano più alla ricerca di sostanze psicoattive per favorire la socializzazione in ambienti ricreazionali come discoteche, pub, bar, locali di divertimento (perché queste erano chiuse), ma di prodotti da consumare in solitudine.
Quindi è cresciuto tra i giovani l’uso degli oppiacei (per esempio l’eroina), o dei nuovi oppioidi sintetici o delle nuove benzodiazepine! Dai dati raccolti è emerso che il rischio di overdose può aumentare per i consumatori di droghe che contraggono Covid-19 sia per i sintomatici che per gli asintomatici.
Qualunque oppiaceo, per esempio l’eroina, ha come principale effetto potenzialmente letale quello di rallentare e fermare la respirazione. Poiché la Covid-19 (come ogni infezione polmonare grave) può causare difficoltà respiratorie, è possibile che si verifichi un aumento del rischio di overdose tra i consumatori di oppiacei.
Inoltre, condividere strumenti per l’inalazione, la vaporizzazione, il fumo o una iniezione contaminata con il virus del Covid-19 può aumentare il rischio d’infezione e contribuire alla diffusione del virus. Quindi alla luce di quanto detto, invito tutti i ragazzi a evitare l’utilizzo o la condivisione di spinelli, di cannabis, sigarette, strumenti per la vaporizzazione o l’inalazione o altri materiali per l’assunzione di droghe già utilizzati.
Dalla ricerca è emerso inoltre che il consumo di droghe a scopo ricreativo avviene spesso in gruppo o in ambienti affollati, incrementando così il rischio di esposizione alla Covid-19. Infine, ricordo che l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), anche durante la pandemia da Covid-19, mantiene attiva la sua linea telefonica gratuita dedicata a chi ha problemi di droga, un punto di ascolto dei bisogni della popolazione.
Se avete bisogno non esitate a chiamare il numero Verde Droga 800 186070 (dell’Osservatorio fumo, alcol e droga, Centro nazionale dipendenze e doping, ISS), attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 16.
Cosa fare se tuo figlio assume droghe? Innanzitutto occorre “entrare” nel suo mondo e conoscere la sua realtà. In prima superiore si cambiano compagni di classe, si vedono quotidianamente studenti anche molto più grandi e si fa di tutto per essere accettati in nuovi gruppi.
A questa età alcune dinamiche “di branco” spingono a fare di tutto pur di non sentirsi esclusi. Anche la bassa autostima o l’insicurezza possono spingere un ragazzo a “provare” nuove sostanze per vincere le proprie paure. Questi tratti della personalità e l’ambiente che frequentano non devono mai essere presi sotto gamba dalle famiglie perché sono indizi e rivelano già le cause su cui si può lavorare per aiutarli. Anche un trauma, un lutto o la ribellione possono spingere alla ricerca di evasione.
Come capire se un figlio si droga? Sonnolenza e stanchezza a tutte le ore, il rendimento più scarso a scuola, le occasioni di dialogo in casa che diminuiscono e magari la richiesta pressante di denaro: un adolescente che assume questi atteggiamenti potrebbe essere alle prese con il consumo abituale di qualche droga.
I ragazzi che utilizzano droghe, sentono di avere qualcosa da nascondere e allora si chiudono più frequentemente in camera, alternano a grande spossatezza momenti di euforia e di agitazione. Occorre cercare un dialogo diretto basato sull’ascolto e sulla attenta comprensione di cosa sta accadendo alla vita dei nostri ragazzi e affidarsi a esperti.
Ci sono comuni persone che mettono in luce l’altruismo svolgendo lavori essenziali e rischiando ogni giorno di essere contagiati per tenere a galla le loro comunità di recupero dalle tossicodipendenze, a loro va il mio riconoscimento, la mia stima e gratitudine per quello che fanno. Queste persone ci ricordano che c’è ancora speranza quando si lavora insieme per fare la differenza!
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