Con una nota unitaria indirizzata alla provveditrice regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Cinzia Calandrino, i segretari provinciali dei sindacati della Polizia Penitenziaria SAPPE, OSAPP, UILPA Polizia Penitenziaria, USPP, FNS CISL, FP CGIL e CNPP, lamentano le problematiche che affliggono, ormai da troppo tempo, la Casa Circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani.
“Siamo costretti a richiedere il Suo autorevole intervento – si legge nella nota – al fine di riportare la serenità tra i lavoratori, atteso che, a tutt’oggi, con immenso stupore, non abbiamo avuto alcun riscontro ad un’accorata nota sindacale unitaria inviata 22 giorni fa al direttore in missione, Fabio Prestopino, sulla drammatica situazione operativa del carcere di Trapani; situazione che, ad oggi è addirittura peggiorata”.
I sindacati lamentano un presunto “atteggiamento snobistico da parte del direttore” che, secondo loro, denoterebbe la “totale indifferenza verso le problematiche già esposte tra cui la “gravissima carenza d’organico nel ruolo agenti/assistenti che va ad inficiare fortemente il benessere psico-fisico del personale, ormai molto vicino al burn-out”.
“Tale carenza – proseguono i sindacalisti della Polizia Penitenziaria – è stata negata dalla Parte Pubblica, nella contrattazione sindacale del giorno 1 marzo scorso, quando si affermò che non c’era carenza di agenti e assistenti bensì di ispettori. Ci è stato riferito inoltre – si legge nella nota indirizzata alla provveditrice – che recentemente, durante una conferenza di servizio, il comandante di Reparto pare abbia sostenuto che, continuando questo trend di assenze, presto si accorperanno i reparti; non più i posti di servizio ai cui accorpamenti siamo ormai rassegnati, ma paradossalmente ora si parla di “ACCORPARE I REPARTI” cosa che riteniamo “ILLOGICA”, stante la struttura dell’Istituto e la disposizione dei reparti.
I sindacati segnalano che “nei turni pomeridiani, il personale è talmente esiguo da non poter essere nemmeno garantita la regolare fruizione della M.O.S., e che sovente, per coprire i posti di servizio essenziali, anche nei turni mattinali, è stato necessario chiamare i dipendenti liberi dal servizio, revocando riposi e congedi e finanche i permessi Legge 104/92.
Nei giorni scorsi (primato assoluto per Trapani) – prosegue la nota dei sindacati – è stata impiegata una collega ai passeggi del reparto “Mediterraneo” (maschile), nonché per la vigilanza dei detenuti durante i colloqui con psicologi, psichiatri, esperti ex art. 80 otre che per l’espletamento delle normali attività ludiche/trattamentali; inoltre, altro primato per Trapani, è stata consentita ai detenuti la fruizione del “campo Mediterraneo”, senza unità preposte al controllo ma con “vigilanza dinamica”; stessa vigilanza che da tempo viene utilizzata per i cortili passeggi, per il controllo delle attività trattamentali/scolastiche, ma a quale prezzo per la sicurezza? Noi poliziotti penitenziari, sappiamo benissimo quali sono i nostri compiti, sappiamo che le normative non sono cambiate che esistono sempre i reati di “procurata evasione” e “colpa del custode” e che ad oggi, nonostante la “vigilanza dinamica” gli ordini di servizio NON sono stati modificati, pertanto NON vogliamo diventare i capri espiatori di colpe che non sono nostre! I poliziotti addetti al settore colloqui, per garantire la regolare fruizione dei diritti dei detenuti (colloqui in presenza ed in modalità whatsapp) sono costretti a lavorare quasi ogni giorno in condizioni disumane (dalle 8 fino alle 19 ed oltre, senza neanche la possibilità di consumare un pasto dignitoso alla mensa ma mangiando un panino sul posto di servizio)”.
I sindacati, oltre a ricordare che “per le festività pasquali il personale non ha potuto usufruire della mensa di servizio (pare a seguito di beghe con la ditta appaltatrice) segnalano che, “già il 28 aprile scorso, avevamo ricordato al direttore che al reparto Adriatico non veniva garantita neanche la salubrità dei luoghi di lavoro in quanto nei posti di servizio non ci sono finestre e, a quanto ci è dato sapere, era guasto l’impianto di areazione, pertanto si chiedeva di provvedere a far installare dei condizionatori, ebbene, ad oggi nulla è cambiato, anzi la situazione è ben più grave, in quanto, le altissime temperature di questi giorni, rendono impossibile il regolare svolgimento del servizio perché nei box non si respira”.
“Ci si chiede – sottolineano i sindacati – se il direttore in missione o/e il comandante di Reparto si siano mai posti delle domande circa il motivo per il quale presso la Casa Circondariale di Trapani vi sia questo altissimo numero di agenti stressati a disposizione della C.M.O. Sarà perché lavorare ricoprendo più posti di servizio durante un turno, senza le condizioni minime di sicurezza, trovandosi da soli su un piano a gestire o movimentare oltre 100 detenuti, diventa fonte di stress quotidiano?”
Le organizzazioni sindacali riferiscono di avere appreso “che i poliziotti penitenziari verranno penalizzati nella fruizione delle prossime ferie estive, nel senso che, pare si voglia proporre (o imporre) una consistente decurtazione dei giorni di ferie” e manifestano “forte dissenso, poiché dopo un anno di lavoro massacrante è necessario recuperare il benessere psico-fisico fruendo dei giorni previsti dalle normative vigenti”.
“Non potremmo accettare né tollerare – sottolineano – che si ripetesse a Trapani ciò che pare sia accaduto nell’Istituto di Orvieto, dove, come appreso dalla Stampa, il direttore ha negato le ferie estive, a causa della carenza di personale”.
I sindacati della Polizia Penitenziaria chiedono “un incontro urgente entro il 31 Maggio e un intervento risolutivo che riporti la serenità ai lavoratori”, proseguono lo stato di agitazione e interrompono ogni forma di dialogo e trattativa con la Direzione del carcere trapanese, chiedendo “l’immediato avvicendamento dell’attuale direttore in missione, perché l’Istituto di Trapani e i pochi poliziotti penitenziari rimasti, eroicamente, ad espletare il proprio dovere meritano maggiore attenzione da parte dei superiori uffici e soprattutto la presenza giornaliera di un direttore”.
“Trascorso infruttuosamente termine di 10 giorni, dalla data della nota – concludono ci prodigheremo a manifestare con sit-in di protesta, nella prima decade del mese di Giugno, gridando a gran voce quelli che sono i nostri disagi e le nostre difficoltà, informando la stampa di quanto succede all’interno dell’Istituto penitenziario e delle pessime condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria di Trapani”.