Sul progetto presentato dalla “Renexia”, una società americana, che prevede la costruzione di un parco eolico a circa 60 chilometri dalle isole Egadi, diverse sono state le prese di posizione sia dell’amministrazione comunale dell’arcipelago – che si è detta decisamente contraria – sia di talune parti politiche, mentre indaco di Trapani ha chiesto una proroga di trenta giorni del termine per dare il parere “al fine di acquisire maggiori elementi cognitivi”.
L’impianto di produzione di energia elettrica dovrebbe essere realizzato con il sistema “floating”, cioè con pale galleggianti ancorate, ma non fisse, al fondale che – assicurano i progettisti – salvaguardano al massimo l’ambiente marino. Le 190 turbine sarebbero in grado di generare, a regime, una potenza di circa 3 Gigawatt.
A pronunciarsi sulla questione è anche la sezione trapanese dell’associazione “Italia Nostra” che ha studiato il progetto, facendosi collaborare da esperti in campo nazionale, e ha elaborato osservazioni che sono state inviate alla Capitaneria di porto di Trapani che raccoglie i necessari pareri per l’eventuale rilascio della concessione demaniale richiesta dalla “Renexia”.
“Le energie rinnovabili – commenta la presidente di Italia Nostra Trapani Anna Maria Piepoli – generano energia da sole, vento e moto ondoso. La Sicilia che possiede tutte queste ‘miniere naturali’, si troverà sommersa da richieste di installazioni. Dovrà, dunque, essere pronta a gestire e valutare l’ecosostenibilità delle proposte che arriveranno che, se ben valutate, potranno dare grande impulso e sviluppo all’economia dell’Isola, anche in termini occupazionali, senza danneggiare il patrimonio paesaggistico, ambientale, storico, culturale. Questa fase di transizione energetica ha come obiettivo la decarbonizzazione entro il 2030”.
Secondo l’associazione la situazione richiede di farsi trovare informati e preparati. Serve preparazione, responsabilità, visione a lungo termine. Italia Nostra si è messa a servizio del territorio e, dopo aver consultato, per la parte tecnica, esperti ricercatori dell’università Sant’Anna di Pisa, ha presentato alla Capitaneria di porto di Trapani, le sue osservazioni sul parco eolico della Renexia”.
Ecco il contenuto del documento. “La sezione di Trapani dell’associazione “Italia Nostra Onlus” – scrive Piepoli – consapevole che: l’energia eolica è motore chiave della transizione verso un’energia pulita; i parchi eolici, on-shore e off-shore rappresentano l’alternativa alle trivelle, agli idrocarburi, all’emissione di anidride carbonica, all’effetto serra; il parco eolico proposto, utilizza innovative fondazioni galleggianti con il dichiarato obiettivo di annullare impatti visivi e ridurre quelli ambientali, chiede che venga: affrontato ed esplicitato il tema delle compatibilità ed ecosostenibilità con le attività economiche presenti nel territorio, quali turismo, pesca ed attività connesse, sia durante la fase di realizzazione che quella di esercizio; reso evidente come la produzione energetica contribuisca a migliorare la qualità dell’ambiente e con quali vantaggi energetici alle economie locali; fatto e reso noto uno studio oggettivo sulle ricadute economiche e occupazionali del territorio.
Per quanto attiene agli aspetti tecnici, Italia Nostra rileva: Ancoraggio degli aerogeneratori e posizionamento dei cavi elettrici</strong. Uno dei punti critici della progettazione di parchi eolici di tipo galleggiante è la scelta e il dimensionamento delle strutture di ancoraggio. Come riportato nel Paragrafo 3.2 della R-01-Relazione-Generale, esistono diverse tipologie di ancoraggio, da selezionare accuratamente in base al fondale e ai carichi combinati di vento e onde. Come descritto, non sono ancora state effettuate delle valutazioni accurate sulle caratteristiche dei fondali marini, sia per quanto riguarda le caratteristiche geomorfologiche che il popolamento dei fondali, i quali potrebbero ospitare flora e fauna di rilievo per l’ecosistema del Canale di Sicilia.
“Chiediamo – si legge nelle osservazioni – che vengano fatte delle valutazioni ambientali meticolose, servendosi di esperti che possano supportare l’azienda nella scelta della soluzione che minimizzi l’impatto ambientale sui fondali e sulla fauna e flora marina.
Chiediamo che le stesse accurate valutazioni vengano effettuate anche per il posizionamento dei cavi elettrici, i quali, come riportato nel Paragrafo 5.2.1 della R-04-Relazione-Sintesi-Illustrativa potrebbero interferire con la biocenosi delle Praterie di Posidonia o con fondi duri pregiati. Si chiede, inoltre, che vengano realizzati opportuni approfondimenti sulle emissioni elettromagnetiche generate dal cavidotto, le quali potrebbero impattare negativamente sul biota marino, e che vengano adottate le migliori soluzioni disponibili per minimizzare tale impatto”.
Aree di interesse archeologico. Come riportato nel Paragrafo 3.6 della R-04-Relazione-Sintesi-Illustrativa a riguardo degli impatti di tipo archeologico subacqueo, l’azienda “intende rivolgersi a specialisti che si occuperanno di ricercare le documentazioni bibliografiche. Sono anche stati avviati i primi contatti informali con l’ente competente (Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana) per condurre in sinergia la campagna d’indagine con Side Scan Sonar e Magnetometro.”.
Italia Nostra Trapani chiede che “vengano svolte indagini accurate e che eventuali siti o reperti di interesse archeologico vengano tutelati e che si avvii un processo per la loro valorizzazione e che “vengano interpellati tutti gli enti competenti, nonché le associazioni che operano sul territorio.3) Impatto sull’avifauna e sulla fauna marina pelagica”.
L’area interessata dal progetto è attraversata da importanti flussi di uccelli migratori. “Nel Paragrafo 5.3 della R-04-Relazione-Sintesi-Illustrativa – si legge nelle Osservazioni – è riportato che verranno condotti accurati studi e monitoraggi sulle rotte migratorie al fine di poter fare la scelta migliore per il posizionamento delle torri eoliche. Auspichiamo che questi studi vengano condotti in sinergia con esperti e specialisti del settore in modo da minimizzare i rischi di collisione, disturbo, perdita di habitat ed effetto barriera (Paragrafo 6.5 della R-04-Relazione-Sintesi-Illustrativa). Inoltre, chiediamo che vengano adottate le migliori tecnologie disponibili per la mitigazione degli eventuali impatti.
La zona è caratterizzata anche dalla presenza di cetacei e di altre specie importanti per la biodiversità dell’area. “La presenza degli aerogeneratori (rumore di fondo, campi elettromagnetici, presenza di ombre proiettate dalle pale) – scrive Italia Nostra – potrebbe arrecare disturbo alla fauna marina e potrebbero creare un vero e proprio effetto barriera. Su questi aspetti vi è ancora un elevato livello di incertezza, chiediamo quindi che vengano prese in considerazione tutti questi rischi e le relative incertezze, al fine di minimizzare l’impatto e mitigare gli eventuali effetti negativi.”