Era stato arrestato nel corso della fase tre dell’operazione antimafia denominata Ermes, il quarantaseienne Giuseppe Calcagno, di origini marsalesi sottoposto, nei giorni scorsi, ad un nuovo provvedimento restrittivo dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Trapani.
L’uomo, nel giugno 2020, era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, poi annullata nel successivo mese di luglio dal Tribunale del Riesame che aveva accolto le ragioni della difesa ritenendo non sussistenti le esigenze cautelari.
Nel prosieguo dell’iter processuale, la Procura della Repubblica aveva impugnato il provvedimento del Tribunale ottenendo, dapprima, una decisione di rinvio da parte della Cassazione e successivamente, il 12 aprile scorso, una pronuncia favorevole da parte del Tribunale di Palermo, che ha nuovamente disposto la custodia cautelare in carcere per l’indagato.
L’indagine Ermes III, come si ricorderà, aveva fatto luce sugli interessi economici del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, retto dal boss Vito Gondola, deceduto nel luglio 2017, nonché sui rapporti che il capo mafia mazarese intratteneva con altri appartenenti alle famiglie mafiose di Marsala, di Campobello e di Castelvetrano.
Nel corso di incontri riservati e attraverso lo scambio di “pizzini” si decidevano, tra le varie attività illecite, le estorsioni da portare a termine nell’ambito della compravendita di fondi agricoli o nel settore dell’esecuzione di lavori pubblici.
Le attività investigative avevano disvelato una serie di fatti penalmente rilevanti compiuti dagli indagati, alcuni appartenenti, altri vicini a Cosa Nostra, che si adoperavano per garantire gli interessi economici dell’associazione, il controllo del territorio e quello delle attività produttive nonchè per favorire la comunicazione riservata con il boss latitante Matteo Messina Denaro.