Si è conclusa stamattina, davanti alla Corte d’Assise di Trapani la fase dibattimentale del processo per l’omicidio di Nicoletta Indelicato, avvenuto a Marsala nel marzo 2019, che vede imputata la marsalese di origine rumena Margareta Buffa. Oggi è stata la volta degli avvocati di parte civile Giacomo Frazzitta e Piero Marino, e della difensora dell’accusata, l’avvocata Ornella Cialona.
La Corte – presieduta da Daniela Troja – si è ritirata alle 14 circa in camera di consiglio e la lettura del dispositivo è prevista nelle prime ore del pomeriggio di oggi.
Una “vicenda di destini incrociati”, l’ha definita l’avvocato Frazzitta parlando della vittima e dell’imputata, entrambe adottate da due famiglie di Marsala in Romania quando avevano pochi anni di vita. Il legale ha poi dipanato la sua esposizione lungo alcuni punti fermi: il movente, l’escalation degli eventi, la premeditazione e la condotta post delitto di Margareta Buffa.
L’avvocato ha dato lettura di una serie di sms di Nicoletta Indelicato in cui la giovane si lamentava di subire da Buffa e dal complice Carmelo Bonetta, già condannato con il rito abbreviato a Marsala, crudeltà gratuite, soprusi e pesanti tentativi di infangarne la reputazione “per situazioni che non merito, come se avessi fatto dei torti, mettendo in mezzo in mezzo anche i miei genitori. Ma io sono in pace con tutti, non do fastidio a nessuno”.
Frazzitta ha, sostanzialmente, ripreso quanto già sostenuto dalla PM Maria Melia nella sua requisitoria e ha parlato di una escalation di eventi gestita da Margareta buffa contro Nicoletta Indelicato, sottolineando come le dichiarazioni rese da Bonetta abbiano risentito del potere che l’imputata esercitava su di lui punto anche il comportamento successivo al delitto è quello Durante la fase dibattimentale, Secondo l’avvocato di parte civile depone a sfavore della imputata. “Si tratta – ha concluso associandosi alla richiesta di condanna all’ergastolo avanzata dalla pm nella udienza precedente – di un delitto specchio dei tempi che stiamo vivendo, della società in cui stiamo vivendo”.
Sugli aspetti del danno quantificabile si è concentrato l’altro legale di parte civile, l’avvocato Piero Marino, che ha parlato di Nicoletta Indelicato come di una “figlia e sorella amatissima” che è stata strappata per sempre dall’uccisione, voluta ed eseguita dall’imputata, alla sua vita e a quella dei suoi familiari.
Dopo una breve pausa disposta dalla presidente Troja, è stata la volta della avvocata Ornella Cialona che ha parlato di “processo indiziario” e ha sottolineato come le accuse a Margareta Buffa siano fondate, soprattutto, su quanto dichiarato da Carmelo Bonetta. L’uomo, ha ricordato la difensora, è stato definito da uno psichiatra del SERT ascoltato tra i testimoni come un soggetto con deficit cognitivo, capace di manipolare, dalla personalità narcisistica e mancante totalmente di empatia.
La difensora di Buffa ha ripercorso i punti salienti della vicenda provando a smontare, punto per punto, la ricostruzione degli inquirenti e della Procura, cominciando dal fatto che Bonetta non sarebbe così attendibile perché ha fornito diverse versioni dell’accaduto nel corso dei suoi interrogatori, prima addossandosi la responsabilità dell’omicidio e poi tirando in ballo Margareta Buffa.
Cialona parlato di una serie di incongruenze nel castello accusatorio e ha sostenuto che non è vero che Nicoletta non volesse più avere a che fare con Margareta Buffa ma solo con Bonetta.
“All’inizio Margareta non era neppure consapevole che Nicoletta fosse morta – ha detto l’avvocata – tanto da chiedere ‘perché l’hai uccisa?’ a Bonetta nelle conversazioni intercettate tra i due”. La giovane avrebbe condotto in auto l’amica nelle campagne di contrada Sant’Onofrio – dove poi è stata uccisa – ma solo perché Bonetta cercava un chiarimento con lei. Non sarebbe stata consapevole del piano dell’amico. Secondo la difensora, l’omicidio sarebbe maturato nell’ambito del giro di prostituzione di cui faceva parte Carmelo Bonetta e nel quale si era tentato di introdurre anche la vittima. “Le resistenze di Nicoletta – ha detto – l’avevano fatta diventare una mina vagante per Bonetta, che le aveva già prosciugato il conto in banca con la scusa di occuparsi dei documenti per risalire alle sue origini, ma non per Margareta”.
“Il movente è chiaro – ha concluso l’avvocata- ma non altrettanto chiaro è se Bonetta sia stato il mandante di se stesso o abbia tolto di mezzo la ragazza su istigazione di altre persone a cui questa dava fastidio. Nei confronti di Margareta Buffa non c’è piena prova né della pianificazione né dell’esecuzione materiale del delitto”.
Appunto per questo motivo l’avvocata ha chiesto l’assoluzione della sua assistita per non aver commesso il fatto, ai sensi del comma 2 dell’articolo 530 del Codice di procedura penale.
In conclusione l’avvocata Cialona ha anche voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “La difesa è un diritto -ha detto – ma in questi mesi non sono mancati gli attacchi da parte dell’opinione pubblica alla mia persona. Sono stata anche definita ‘avvocata del diavolo’ ma non solo dico di non aver visto un diavolo ma una persona con le sue problematiche e fragilità ma affermo con forza di avere solo svolto il mio lavoro con gli strumenti a mia disposizione. Io non ho difeso il reato ma la donna accusata di averlo commesso”.