L’indicazione è chiara: la fusione, per il Consiglio Comunale di Trapani, non si deve fare. Passa quindi la linea Tranchida, da sempre contrario all’unione tra i Comuni di Trapani e di Erice. Nove contrari e sei a favore: hanno detto no Giuseppe La Porta, Giuseppe Virzì, Salvatore Daidone, Azzurra Tranchida, Giuseppe Peralta, Santo Vassallo, Giulia Passalacqua, Vincenzo Guaiana e Marzia Patti. Hanno risposto sì alla mozione: Giuseppe Guaiana, Gaspare Gianformaggio, Domenico Ferrante, Anna Garuccio (promotrice della stessa richiesta), Francesca Trapani e Chiara Cavallino. Niente da fare, quindi, per chi sperava di poter accelerare l’iter di fusione.
«Il Consiglio comunale di Trapani si è espresso – afferma il presidente del Consiglio Peppe Guaiana – . Ha detto no alla voce del popolo. Ha detto no ad un referendum che avrebbe potuto portare alla fusione tra due territori ormai indistinguibili. Questo è ciò che è accaduto in Consiglio: si è negata la parola ai molti (di entrambe le idee) che avrebbero preferito chiudere la discussione, sia chi a favore della fusione, sia chi contrario alla fusione, nel modo più democratico riconosciuto dalla Costituzione Italiana. Così, invece, resteremo imbavagliati in un limbo. Con il referendum i dubbi sarebbero stati sciolti definitivamente. Io ho votato a favore. Altri no. Lo trovo inaccettabile visto che, a differenza del passato, si parla di accorpamenti e non di divisioni».
Critiche anche da Anna Garuccio. «È giusto secondo me che siano i cittadini a scegliere, così avvenne per Misiliscemi. Il referendum è uno strumento garantito dalla Costituzione. Sono proprio i consiglieri #democratici, quelli che spendono parole sulla democrazia a votare contrari lo strumento democratico».
Tre sono le ipotesi che nei mesi sono emerse: la fusione, la rettifica e l’area vasta. Due comitati sono stati fondati, uno per la fusione e uno per la rettifica. Il concetto di area vasta, invece, è stato sposato dai rispettivi sindaci di Trapani ed Erice, Giacomo Tranchida e Daniela Toscano. Nell’ordinamento giuridico italiano per area vasta si intende il livello amministrativo delle province e delle Città metropolitane, ossia il livello di pianificazione e di gestione del territorio, delle risorse e dei rapporti tra enti locali intermedio tra i comuni e la regione.
La legge non definisce infatti l’area vasta ma la pone come obiettivo di una nuova configurazione sociale e amministrativa che coinvolge i comuni secondo prospettive di maggiore ampliamento attraverso meccanismi di aggregazione/fusione, l’introduzione delle città metropolitane, in una concezione più europea dei grandi agglomerati urbani, un nuovo ruolo delle regioni collegato con il senato delle autonomie.
Chissà, quindi, quale sarà il futuro di Trapani ed Erice. Unite, fuse o agglomerate.