L’Assessore Regionale pro tempore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, il 3 agosto scorso, ha emanato un decreto con il quale ha comunicato la direttiva generale per l’attività amministrativa e la gestione per l’anno 2022 che, fra l’altro, costituisce il documento centrale per la programmazione e la definizione annuale degli obiettivi dei dirigenti responsabili dei centri di responsabilità amministrativa.
In buona sostanza, attraverso tale direttiva, vengono declinati in obiettivi operativi gli obiettivi strategici definiti, nell’ambito degli indirizzi programmatici prioritari, con la direttiva presidenziale recante indirizzi per la programmazione strategica e la formulazione delle direttive generali degli assessori per l’attività amministrativa e la gestione per l’anno 2022.
“La direttiva assessoriale – dichiarano Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir – ha diversi scopi, tra questi, quello di incrementare il sistema di sicurezza, fruizione e valorizzazione dei beni culturali della Sicilia anche grazie a un incremento di risorse economiche messe a disposizione dei luoghi della cultura che, si legge nella direttiva, dovranno sia adeguarsi a quanto necessario per poter essere fruiti in piena sicurezza sia traguardare innovative modalità di fruizione”.
“L’Assemblea Regionale Siciliana – commentano D’Amico e Romano, al fine di sopperire, almeno in parte, all’incessante collocamento in quiescenza di personale regionale delle varie qualifiche, del Dipartimento Beni Culturali (circa mille dipendenti), nell’arco di tempo compreso tra il 2015 e il 2020, che ha reso una realtà sempre più drammatica dal punto di vista della dotazione organica restante, ha approvato una norma riguardante l’integrazione oraria del Personale ASU il quale, da settembre a dicembre 2022, potrà essere utilizzato a tempo pieno (36 ore settimanali), proprio per aumentare i livelli di fruizione dei siti e laddove possibile aprire gli stessi 7 giorni su 7 e il Museo Pepoli è uno di questi”.
“Abbiamo, quindi, proposto al direttore del Museo Pepoli, – proseguono D’Amico e Romano – di tenere il sito aperto tutti i giorni della settimana, proponendo, altresì, di meglio armonizzare l’utilizzo di tutto il personale ma, incredibilmente, abbiamo ricevuto un secco inspiegabile rifiuto a tutte le proposte che vertevano verso un incremento dei livelli di fruizione e di valorizzazione del sito trapanese”.
“Non è più tollerabile – concludono i due sindacalisti di Cobas/Codir e di Cu.Pa.S./Codir – assistere a queste inspiegabili prese di posizioni di chi, avendo avuto la possibilità, penalizza fortemente la fruizione e valorizzazione dei siti della cultura della regione siciliana lasciando i siti chiusi e tenendo a sito chiuso un numero elevato, molto oltre il necessario, di Personale. Invitiamo il Dirigente Generale del Dipartimento Beni Culturali, al quale abbiamo già inviato un’apposita richiesta di incontro, a intervenire contro queste inspiegabili prese di posizioni che penalizzano la cultura e lo stesso turismo siciliano”.