Con una nota inviata al Dipartimento per la Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e, per conoscenza, ai vertici di Prefettura, Questura e Asp di Trapani, il sindacato di Polizia Italia Celere torna ad occuparsi della gestione dei migranti nel territorio trapanese. Lo fa, stavolta, concentrando la propria attenzione su quanto accaduto domenica scorsa in occasione dell’arrivo al porto di Trapani. di 847 persone tratte in salvo nel Mediterraneo centrale a bordo della “Sea Eye 4”.
“Il Dipartimento per le Libertà Civili e dell’Immigrazione e il Dipartimento di Pubblica Sicurezza – scrive il Segretario provinciale Alberto Lieggio – non sono in grado assicurare il benessere né degli stranieri che sbarcano clandestinamente in Italia né il benessere del personale delle Forze di polizia impegnate nei servizi correlati”.
“Come si può pensare – si legge nella nota – di assegnare come porto sicuro quello di Trapani ad una nave ong con 847 clandestini a bordo in una città sprovvista di un Hot Spot attivo e con una Questura che presenta gravi carenze di personale (in tutti i settori ma, in particolare, nell’Ufficio Immigrazione), in una giornata festiva nella quale il personale deve essere richiamato in servizio durante la fruizione del riposo settimanale? Dov’è la lungimiranza e la capacità di pianificazione di chi dovrebbe avere le capacità ‘manageriali’richieste e tanto decantate dalla P.A.?”.
Il rappresentante di Italia Celere prosegue: “Come si può pensare di iniziare la trattazione di 847 clandestini alle ore 14 della domenica, quando la notizia dell’assegnazione del porto di Trapani era nota fin dalle ore 16 di sabato 6 Novembre, quando la Sea-Eye 4 si trovava a 20 minuti da Sciacca? Infatti la nave ha iniziato a far rotta su Trapani alle ore 17:06 e, alle ore 7:15 del 7 Novembre si trovava già a nord di Levanzo, per poi rimanere in attesa sino alle ore 12:55 del medesimo giorno? Nessuno aveva previsto che le procedure sanitarie legate all’emergenza Covid ancora in atto avrebbero, necessariamente, ritardato l’effettivo inizio dello sbarco e rallentato le medesime?”.
Secondo Lieggio “il risultato è stato il caos assoluto”. Il Segretario provinciale di Italia Celere indica poi, nella nota inviata al Ministero dell’Interno, quali sono stati, a parere dei sindacato che rappresenta, i punti di maggiore criticità: “Il Dipartimento di P.S. che pensa di risolvere il problema inviando, “ADDIRITTURA”, quattro operatori aggregati; personale della Questura costretto a svolgere anche 16 ore di servizio ininterrotto (vedasi personale del Gabinetto Provinciale Polizia Scientifica e dell’Ufficio Immigrazione che svolgeva il turno 8-14 ma, sicuramente anche altro personale); almeno 10 dipendenti della Questura hanno subito una revoca del riposo settimanale o un cambio turno, senza considerare il personale dei Reparti Mobili qui aggregati da altre province; l’impossibilità o la scelta di non fare ormeggiare contemporaneamente le navi quarantena “GNV Azzurra” e “GNV Adriatico” nel porto di Trapani con conseguente perdita di tempo per l’avvicendamento delle navi in banchina; la mancanza di strutture idonee, all’interno dell’area portuale, dove si possa operare protetti dagli agenti atmosferici avversi, sia a protezione delle Forze di polizia operanti sia degli stranieri già provati dal viaggio (alcune strutture mobili sono comparse solo all’arrivo delle telecamere dei media locali e nazionali); circa 140 soggetti stranieri, tra cui diversi affetti da scabbia, vulnerabili e minori, trasportati, per l’ennesima volta, presso il C.P.R. di contrada Milo per le procedure di identificazione dove sono stati costretti a dormire a terra con giacigli di fortuna, divisi tra la hall (con solo un servizio igienico a disposizione in quanto il secondo è chiuso), la ex mensa (con solo due servizi igienici a disposizione) ed altri spazi della struttura (sala mensa, sala culto e sala avvocati, prive di servizi igienici e di adeguata ventilazione) e a consumare i pasti a terra nei medesimi locali; soggetti trasferiti a bordo della nave quarantena “Azzurra” senza che venissero identificati e fotosegnalati dalla Questura, contrariamente a quanto indicato nell’ordinanza del Questore di Trapani; soggetti costretti, a causa del prevedibile protrarsi delle operazioni, a trascorrere l’ennesima notte a bordo della Sea-Eye 4 oltre a quelle già passate”.
Sul fronte della tutela sanitaria del personale impiegato nelle attività, Italia Celere sottolinea che “alcuni degli spazi del Centro di Permanenza per i Rimpatri di contrada Milo, dove hanno pernottato gli stranieri, sono luoghi di transito per raggiungere i vari uffici della Commissione Territoriale, dell’Ente gestore del C.P.R. e dell’Ufficio Immigrazione” e che “al termine delle operazioni, in data 9 Novembre, si presentavano con materiale potenzialmente infetto e liquami sui pavimenti fuoriusciti dai servizi igienici. Solo alle ore 9:30 del 9 Novembre – sottolinea il Segretario provinciale del sindacato di Polizia – è stata effettuata una sanificazione degli ambienti da personale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, quando ormai diverse persone erano transitate in quei locali non precedentemente inibiti al passaggio”.
La Segreteria provinciale di Italia Celere conclude chiedendo al Ministero dell’Interno “per quali motivi un C.P.R. che ha una capienza di 204 posti è costretto ad operare a regime ridotto con solo 36 posti? Per quale motivo, dopo i lavori di ristrutturazione effettuati e già conclusi da oltre 3 mesi,costati diversi milioni di Euro (circa 5), il C.P.R. di contrada Milo non è stato ancora consegnato in toto dalla Prefettura ad un Ente gestore? Per quale motivo la Prefettura non ha ancora pubblicato un bando di gara per la gestione del C.P.R. per la totalità dei 204 posti, preferendo, invece, rinnovare all’attuale Ente gestore [ndr: la cooperativa sociale “Vivere con” di Trapani] l’incarico che era scaduto lo scorso 4 Ottobre? Per quale motivo, contrariamente a quanto assicurato al dottore Sparaco dell’ASP di Trapani durante il sopralluogo avvenuto prima dell’apertura del C.P.R., si continua a far pernottare gli stranieri in luoghi non idonei, quali la ex mensa, la mensa, la sala culto e la sala avvocati? Per quale motivo, ancora, non sono stati installati, presso il molo Ronciglio, i container, già preventivati, per svolgere le operazioni di Polizia relative agli sbarchi, cosa che eviterebbe il transito degli stranieri presso la struttura del C.P.R. di contrada Milo? Per quale motivo la Questura di Trapani ha ormai deciso di delegare l’attività di polizia (identificazione degli stranieri sbarcati) alla C.R.I. che gestisce le navi quarantena, come già accaduto con gli stranieri trasportati a Trapani dalla Aita Mari? Per quale motivo, se la volontà politica EVIDENTE è di fare di Trapani un luogo di sbarco, non viene nuovamente chiuso il C.P.R. (appena costato 5 milioni di Euro) e non viene riattivato l’Hot Spot, come accaduto a Dicembre 2015 quando venne chiuso l’ex C.I.E.?”
“Saremo anche ripetitivi – conclude il Segretario Lieggio – ma questa organizzazione sindacale non tacerà mai su questi gravi fatti e non transigerà mai sulla salvaguardia della salute di chi indossa una divisa che deve essere anteposta alle logiche in voga legate all’accoglienza ad ogni costo”.