ROMA (ITALPRESS) – “Come è naturale, nuove sfide si aggiungono oggi, imposte dai mutamenti climatici e dalla struttura demografica del Paese, sfide che rilanciano la questione della tutela ambientale come centrale per la sopravvivenza e il progresso di tante parti d’Italia e dell’intero Paese. Le alluvioni continuano a ricordarcelo, con i loro lutti e le distruzioni”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando una delegazione dell’Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem), guidata dal presidente Marco Bussone.
“A questo scopo è lecito interrogarsi su quali debbano essere gli strumenti più opportuni per affrontarle e, insieme, dare risposta alla possibilità di inverare il dettato costituzionale circa la specificità riconosciuta nella Costituzione alla montagna – ha aggiunto il capo dello Stato -. Una peculiarità suffragata anche da numerose recenti sentenze della Corte costituzionale, che indicano come la situazione di svantaggio della montagna italiana giustifichi ampiamente misure a suo favore. E’ dunque auspicabile che le iniziative legislative avviate dal governo – e da quello che lo ha preceduto – vengano prese in esame e in considerazione dal Parlamento, in attuazione della norma costituzionale.
E’, del resto, dai tempi del Ministro delle finanze Ezio Vanoni che la questione della fiscalità per le zone montane è stata affermata in linea di principio e, tuttavia, ha trovato difficoltà applicative”.
“Le finalità sono individuate in modo puntuale: si tratta di fruizione di diritti; si tratta, nell’interesse nazionale, di predisporre incentivi utili ad impedire un ulteriore spopolamento di aree sensibili. E’ certamente una priorità rilanciare la Strategia per la Montagna Italiana – ha proseguito Mattarella rivolgendosi a Bussone -. Sono i diritti che lei, presidente, ha citato: la sanità, la scuola, il superamento del divario digitale – fondamentale per rendere operative opportunità occupazionali -, l’accessibilità ai servizi e i trasporti pubblici, a partire dalla rete ferroviaria, troppo spesso così carente se non sottratta, nelle aree interne. Le Regioni sono state chiamate a essere attrici in questo processo e si tratta di far sì che protagonisti siano i territori e le popolazioni montane, coinvolte, con le loro istituzioni, nella eliminazione degli squilibri socio-economici con il resto del territorio nazionale, impegnate nella missione della difesa del suolo e della protezione della natura, secondo quanto dettava l’art.2 della legge 1102 del 1971 che, superando l’esperienza dei consorzi di Comuni, istituiva le Comunità Montane, affidando loro la elaborazione dei propri piani di sviluppo”.
– Foto ufficio stampa Quirinale –
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