Non si vogliono fermare le critiche: lo scontro sul Luglio Musicale Trapanese, questa volta, si è spostato con i sindacati che prendono posizione e Tranchida che risponde a tono.Due sono state le note sindacali. La prima, inviata da Francesco Silvano, responsabile territoriale Uilcom, oltre a chiedere un incontro urgente, chiede direttamente al presidente dell’Ente (che è il sindaco di Trapani) attraverso 15 domande, se l’Ente «ha approvato il bilancio d’esercizio al 31/12/2021; qual è la situazione contabile e finanziaria relativa all’esercizio 2021? Quanto è costata la stagione lirica e a quanto ammontano i costi generali relativi allo stesso esercizio finanziario?» e altre domande tecniche. In questo caso, durante la conferenza stampa dello scorso venerdì, Tranchida ha fatto sapere che risponderà nelle giuste sedi.
Un’altra missiva, invece, è stata inviata da Slc di Cgil e Fnc di Ugl. In questo caso Luigia Dionisi e Pietro Li Causi affermano che «vorremmo in maniera inequivocabile essere non solo spettatori ma bensì attori protagonisti, titolo che ci viene dato dal CCNL vigente, copione che forse qualcuno non vuole utilizzare per paura di sbagliare qualche nota dal pentagramma. Le ultime vicende, i continui avvicendamenti di AD e Direttori artistici, gli incarichi non accettati, fanno sempre più pensare che la “barca“ naviga in un mare tempestoso e che di corsa doveva trovarsi un comandante per evitare che la stessa si rifugiasse in un porto poco raccomandabile».
La risposta del primo cittadino, però, non si è fatta attendere. «Se i rappresentanti sindacali dei lavoratori del Luglio vogliono confrontarsi anche con il sindaco di Trapani, come del resto tutti i lavoratori ed i cittadini – dichiara Tranchida – troveranno sempre e comunque le porte aperte. Se pensano di fare teatrini e filosofia circuito mediatica per testimoniare la loro esistenza sindacale facciano pure, ma non pensino d’intimorirmi con le loro minacce sindacali, né loro né altri sopra di loro, né collaterali affini e connessi ed ancora a seguire. Dopo di ciò, io insieme a tanti altri lavoriamo per trovare soluzioni, esponendoci e rischiando in prima persona non certo per remunerate deleghe ma per salvaguardare posti di lavoro ed offrire proposte culturale degne ma compatibili con le risorse»