Era rimasto coinvolto, nel 2019, nell’inchiesta “Maat” della Procura di Roma e il reato contestatogli era quello di “indebita compensazione” tributaria.
Adesso, per il 57enne marsalese Cipriano Sciacca è arrivata la sentenza di assoluzione, come reso noto dai suoi legali Vincenzo Scontrino, Stefano e Andrea Pellegrino.
“Risultava già accertato – dicono gli avvocati – che Sciacca rivestisse la qualità di persona offesa in un altro procedimento, proprio per gli stessi fatti per i quali era ingiustamente imputato. Lungi dall’aver tenuto condotte illecite, è stato fraudolentemente raggirato e la società da lui rappresentata ha subito un grave danno patrimoniale di oltre 100.000,00 euro”. I fatti risalgono al 2017.
Sciacca, noto per essere da anni ai vertici regionali di un Patronato, era entrato nell’inchiesta nella qualità di legale rappresentante della “Mater” srl con sede in contrada Bosco a Marsala.
L’indagine aveva visto l’arresto, per frode fiscale e auto riciclaggio, del 57enne avvocato civilista romano Michele Alfredo Paese. Per l’accusa, l’organizzazione dell’avvocato, nell’arco di tre anni, attraverso 250 società “cartiere”, tra cui ci sarebbe stata la “Mater”, sarebbe riuscita a generare crediti Iva per oltre 320 milioni ed evadere l’imposta di 98 milioni. Ciò con la complicità di alcuni prestanome. Uno di questi, per inquirenti e Fiamme Gialle romane, sarebbe stato Cipriano Sciacca. L’imprenditore marsalese, negli ultimi anni, ha gestito diversi centri di accoglienza per migranti.
“La sentenza di assoluzione – concludono i legali di Sciacca – restituisce il giusto riconoscimento ad uno stimato imprenditore”.