“Tutto ciò non era scontato, si è realizzato negli anni attraverso la gestione di questo patrimonio ambientale, riconosciuto una Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Per questo è ancora più difficile trovare una motivazione sul perché, da giorni, i criminali del cerino, approfittando delle temperature e dei venti, continuano a bruciare aree della Riserva”.
Silvana Piacentino, responsabile locale dell’ente gestore, il WWF, della Riserva naturale delle saline di Trapani e Paceco, interviene così a proposito degli svariati incendi che negli ultimi giorni hanno interessato porzioni dell’Area protetta.
“Sono proseguiti, ancora nella giornata di ieri, – si legge nella sua nota – gli incendi a danno del patrimonio ambientale custodito all’interno della Riserva naturale delle Saline, scrigno di biodiversità. Ieri mattina il primo si è sviluppato, di nuovo nella frazione di Nubia nel territorio del comune di Paceco, intorno alle ore 10 ancora a danno della vegetazione alofila presente lungo il litorale di Nubia ricadente in zona B e che conduce all’antica torre di avvistamento”.
Il personale della Riserva ha allertato i Vigili del Fuoco di Trapani che sono intervenuti spegnendo le fiamme e bonificando l’area. Poco dopo, alle 14.30, un nuovo rogo ancora ai danni di aree lungo il litorale. Un ulteriore intervento delle squadre antincendio della Protezione civile ha evitato che le fiamme si propagassero fino alle abitazioni e alle attività presenti. Alle ore 18 un ennesimo incendio ripreso a bruciare, anche in questa occasione l’intervento dei Vigili del Fuoco coadiuvati dalla Polizia municipale di Paceco e dai militari della locale Stazione Carabinieri, ha evitato il peggio.
“La Riserva Naturale – commenta Piacentino – è chiaramente preda di azioni scellerate da parte di criminali che distruggono un patrimonio di immenso valore per la collettività tutta. Non basta, anche se fondamentale, dinanzi a tali azioni, contrastarle solamente con interventi di prevenzione, che pure vengono eseguiti dallo stesso Ente Gestore della Riserva nelle aree più a rischio, occorre rafforzare le attività investigative, sia per prevenire i rischi sia per accertare le responsabilità, quindi pene più severe per i responsabili“.
Secondo la responsabile del WWF “serve anche l’impiego di strumenti e tecnologie che consentano il monitoraggio del territorio, come sistemi di videosorveglianza e, non ultimo, è fondamentale anche una presa di coscienza da parte della popolazione locale con responsabilizzazione e coinvolgimento dei cittadini. Il paesaggio della Riserva si dipinge di scuro, i visitatori che arriveranno a Nubia in questi giorni, che risiedono nei diversi bed e breakfast sorti nella frazione nel corso degli anni, e tutti noi che siamo abituati ad osservare la tela delle saline, osserveremo le pennellate di nero che cancellano i colori tipici variopinti del paesaggio della Riserva”.
La direttrice della Riserva ha reso noto di aver contattato la Prefettura per “chiedere maggiori controlli nel perimetro dell’area protetta che si estende per oltre mille ettari tra i territori di Paceco, Trapani e Misiliscemi. La tutela del territorio dell’area protetta, patrimonio della collettività – conclude – deve essere obiettivo e priorità di tutti”.