La pandemia da coronavirus ha provocato una crisi economica e sociale scatenando, tra gli effetti, un calo dell’occupazione femminile anche in Sicilia. Basti pensare che nel terzo trimestre del 2020 sono 21 mila in meno le donne occupate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (il dato emerge da uno studio dell’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia).
Il coronavirus brucia così il lavoro delle donne, colpa anche del crollo nel settore dei servizi, un settore dove per lo più trovano un impiego proprio le donne. Nell’Isola, è interessante sottolineare, che si contano 114.896 imprese al femminile di cui 11.506 artigiane. Nel 2020, in Sicilia, il totale delle imprese registrate gestite da donne è di 114.896, di cui 11.506, sono imprese artigiane. Il 57,4 per cento dell’artigianato femminile si occupa di attività di servizi per la persona (settore benessere), il 28,6 per cento di manifatturiero (industrie alimentari e confezione di articoli di abbigliamento), il 9,5 per cento di servizi alle imprese mentre solo il 3,8 per cento è impiegato nelle costruzioni.
A Trapani, ricordiamo l’attività artistica dell’artigiana Giuliana Cordio che da 16 anni porta avanti la sua “Di cotte e di crudi”. Un’azienda che nasce dalla passione della trapanese quando all’età di 19 anni collabora in un laboratorio di ceramiche. Quando l’artista decide di avviare un’attività tutta sua, impiegherà la sua creatività anche sulla pittura di borse, stoffe e quadri.
“Il mio lavoro è fatto da sempre da alti e bassi – spiega Giuliana Cordio – come spesso accade per tutti i lavori manuali. Con la pandemia è arrivata una gran bella stangata, con cerimonie religiose annullate e di conseguenze uno stop forzato alla mia produzione. Un freno legato anche alla mancanza dei prodotti in terracotta che non venivano più prodotti con regolarità dai miei fornitori”. Ma adesso Giuliana Cordio guarda con ottimismo al futuro e pensa a recuperare il tempo perduto.