Il trapanese Dino Petralia lascia l’incarico romano a capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Le motivazioni che lo hanno indotto ad anticipare la pensione – Petralia ha 69 anni e si era posto fuori ruolo dalla Magistratura per andare a ricoprire l’incarico al DAP su chiamata dell’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede – sono di carattere personale.
“Ho desiderio di dedicarmi alla mia famiglia, qualche mese fa sono anche diventato nonno – ci ha confermato quando lo abbiamo raggiunto al telefono – e per questo ho deciso di presentare quelle che, tecnicamente, si chiamano dimissioni dalla Magistratura, in realtà è una richiesta di andare in pensione un anno prima di quanto sarebbe normalmente avvenuto”.
Petralia era arrivato al vertice del DAP nel maggio 2020, in piena prima ondata della pandemia e dopo le dimissioni del suo predecessore Francesco Basentini. In precedenza aveva ricoperto l’incarico di Procuratore generale a Reggio Calabria. Nel suo curriculum professionale ci sono anche i quattro anni da Procuratore aggiunto a Palermo e il quadriennio come componente del Consiglio Superiore della Magistratura; il magistrato è stato anche consulente della Commissione parlamentare Antimafia.
“Abbiamo trovato – ha commentato Gennarino De Fazio, Segretario ienerale della UILPA Polizia Penitenziaria – un interlocutore sempre attento, disponibile, franco e leale. Adesso è indispensabile che il Governo individui con immediatezza una personalità qualificata e competente che possa farsi carico delle immani problematiche penitenziarie con l’autorevolezza di un mandato pieno e di obiettivi chiari”.