Prende il via la progettazione per il restauro del Cretto di Burri. L’incarico è stato affidato a un raggruppamento di professionisti del bolognese tramite la piattaforma online Sitas e-procurement. L’appalto è stato assegnato dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani per un importo di 127.710 euro. L’importo complessivo per il restauro della monumentale opera di Burri super il milione e mezzo di euro (1,55 milioni) ed è stato finanziato dalla Regione attraverso i fondi europei di sviluppo.
Il Cretto di Burri si compone di ventidue cubi di cemento bianco alti circa un metro e mezzo, che rievocano la struttura delle abitazioni sottostanti, mentre gli spazi che li separano, larghi dai due ai tre metri, richiamano le strade e le vie della vecchia Gibellina, rasa al suolo – assieme ad altri piccoli centri della Valle del Belice – dal terremoto del gennaio 1968. Infatti, a seguito della calamità naturale è stato impossibile ricostruire dalle macerie, per tanto, Gibellina nuova è stata edificata a pochi chilometri di distanza.
Alberto Burri, seguendo l’esempio di altri cretti, decise di utilizzare una tecnica artistica denominata “land art” – caratterizzata appunto dall’intervento dell’artista sul territorio – e cementificò le macerie e le vie di Gibellina, come simbolo e ricordo dell’evento. L’opera, fu completata nel 2015 in occasione del centenario della nascita di Alberto Burri, e adesso, dopo sette anni, urge un restauro che possa ripulire il cemento diventato ormai grigio e che porti l’opera d’arte alla sua originaria bellezza.