Dopo il riavvio delle lezioni dello scorso 13 gennaio, gli studenti assenti per positività da Covid-19 non superano il 5% del totale: il dato emerge dal monitoraggio effettuato dall’Ufficio Scolastico Regionale su 706 Istituti scolastici, pari all’86% del totale in Sicilia.
Anche alla luce di questi dati, il governo regionale, pur comprendendo le preoccupazioni che hanno ispirato, dopo la conclusione dei lavori dell’ultima task force, la condotta restrittiva di molti sindaci, ha confermato il suo orientamento: favorire la ripresa delle attività scolastiche in presenza, nel rispetto delle disposizioni nazionali e dell’ordinanza del presidente della Regione dello scorso 7 gennaio.
«Dopo il comprensibile differimento dell’avvio post-natalizio delle lezioni in presenza – ha affermato l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla – dovuto all’esigenza, rappresentata dai dirigenti scolastici, di ottimizzare gli aspetti organizzativi, alla luce delle nuove disposizioni nazionali, il governo della Regione ha ritenuto di dare doverosa e necessaria attuazione alla ripresa delle attività didattiche, con l’obiettivo di privilegiare le lezioni in presenza e di riservare alla Dad una funzione complementare, da adottare in definite situazioni di effettiva e documentata necessità. La finalità è quella di ridurre le diseguaglianze e migliorare gli standard formativi per evitare marginalizzazione sociale e ritardi di apprendimento».
Una posizione condivisa anche dall’Usr. «Ribadiamo l’importanza della scuola in presenza, al fine di garantire un percorso equilibrato di crescita e una piena realizzazione del progetto di vita di ogni alunno. Si ringrazia il personale della Scuola per l’impegno profuso e finalizzato a garantire le condizioni di sicurezza per la comunità» ha detto il direttore generale Stefano Suraniti.
La presenza degli studenti in classe deve avvenire in condizioni di sicurezza e tutela della salute. «Grazie alla fattiva collaborazione dell’Assessorato della Salute e al rigoroso rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid19 all’interno delle scuole – aggiunge Lagalla – si provvede, contestualmente, a tutelare la salute degli studenti e a rassicurare le famiglie, anche attraverso una diffusa azione di potenziamento, sia nelle scuole che sul territorio, dell’immunizzazione vaccinale e del monitoraggio sanitario della popolazione scolastica. È particolarmente vivo in ciascuno di noi il senso di profonda responsabilità a contemporanea garanzia della salute e del diritto allo studio, ma anche la consapevolezza che le scelte, al momento adottate, sono compatibili con l’emergenza in corso e con il rispetto di vincolanti previsioni normative».
E continua: «Se da qualche parte si parla di confusione, probabilmente inevitabile nell’attuale momento storico, questa non è certamente ascrivibile all’istituzione regionale. I sindaci hanno ben ragione a intervenire conformemente alla legge in caso di documentato e straordinario pericolo, e ciò è ampiamente garantito dalle disposizioni nazionali e regionali, ma non ricorre, al momento, un così evidente pericolo. Assistiamo infatti, in questi giorni, a segnalazioni dei prefetti e provvedimenti della magistratura amministrativa che, in alcuni casi, hanno sollevato evidenti dubbi sulla legittimità dei provvedimenti adottati in sede locale, forse talvolta viziati da eccesso di zelo e malcelata ansia di protagonismo».
Dai dati dell’Usr emerge che su 391 Comuni della Sicilia 161 hanno emanato ordinanze sindacali di chiusura delle scuole, mentre i restanti hanno regolarmente avviato le attività didattiche in presenza.
Tra le 548 scuole ricadenti nei Comuni in cui sono stati adottati provvedimenti di chiusura, 513 (434.237 studenti) hanno attivato la didattica a distanza, mentre 35 (28.912 alunni) non hanno svolto lezioni.