Risultati incoraggianti per Trapani, e la sua provincia, dai dati della terza edizione della ricerca sul BenVivere realizzata dal quotidiano Avvenire con la Scuola di Economia Civile e il contributo di Federcasse.
Lo studio, che si pone l’obiettivo di rispondere alla domanda “cosa fa di un territorio un posto ideale in cui trascorrere la propria vita?”, colloca la città falcata e il resto del territorio in 63^ posizione a livello nazionale dal punto di vista della generatività. Il Trapanese è, infatti, tra i territori in cui si registra una percentuale di miglioramento, nei parametri presi in considerazione, di oltre il 2 per cento rispetto all’edizione precedente della ricerca. Sono 26 le posizioni guadagnate rispetto allo scorso anno e tre gli indici su cui si basa il saldo positivo: l’aumento della raccolta differenziata (+81% contro una media nazionale del 12%), il tasso di nuzialità (+16% a fronte dell’incremento medio nazionale che è del 3,15%) e il saldo netto positivo di aziende iscritte alla Camera di commercio (da 1.07 a 1.32).
Molti altri indicatori, però, ci vedono lontani dagli standard nazionali: Verde pubblico, competenze dei cittadini, speranza di vita, tasso di occupazione, anche giovanile.
I dati della ricerca sono presentati nel dettaglio nel numero speciale dell’inserto settimanale “L’economia civile” in uscita stamane nelle edicole e in distribuzione al Festival Nazionale dell’Economia Civile di Firenze che prende il via oggi.
La classifica generale di questa terza edizione vede Centro e Sud d’Italia accorciare le distanze con il Nord: la città al primo posto resta Bolzano mentre in seconda posizione sale, con un miglioramento di cinque posizioni, Prato che diventa così la “regina” delle province dell’Italia centrale.
In linea con le due precedenti edizioni, è stata anche stilata, accanto a quella generale del BenVivere – basata su un set di 77 indicatori disponibili con cadenza annuale – quella per valutare la “generatività” in atto nei territori italiani e approfondire gli indicatori statistici che misurano il cosiddetto benessere “multidimensionale” in cui alle tradizionali variabili legate alla salute, alla disponibilità di un lavoro e al patrimonio, si aggiungono la qualità delle relazioni, della vita affettiva e sociale. Ed è qui che il Trapanese segna il miglioramento.
Con il concetto di “generatività” si vuole, spiegano i ricercatori, cogliere l’aspetto dinamico del benessere delle comunità e, quindi, della felicità: quello legato al senso delle cose che facciamo, alla nostra capacità di resistere alle difficoltà e metterci in moto.
La classifica – per la quale valgono gli stessi criteri di aggiornamento metodologico che caratterizzano quella del BenVivere – mette così in fila le province più capaci di catturare questa nuova dimensione che interessa sia l’aspetto individuale sia quello collettivo e alla quale contribuiscono, ad esempio, la nascita di startup innovative, la riduzione del numero dei giovani “Neet”, cioè che non lavorano né studiano, la crescita delle iniziative “dal basso”, il tasso di nuzialità e natalità.
In generale, il pattern dei risultati indica che «esiste una robusta associazione tra generatività da una parte e soddisfazione e ricchezza di senso di vita, resilienza, partecipazione civica e capitale sociale dall’altra», spiegano i ricercatori.
Le implicazioni di questo rapporto sono chiare e sottolineano l’importanza e l’urgenza di politiche che contribuiscano ad accrescere il potenziale di generatività di individui e territori, cioè la loro combinazione di creatività e impatto sociale. Esempi concreti sono le politiche di longevità attiva e di formazione permanente per gli adulti, sempre più importanti per una popolazione che invecchia, le politiche per contrastare il calo delle nascite e la disoccupazione giovanile attraverso percorsi di orientamento e alternanza scuola-lavoro. Più in generale, quindi, la qualità delle politiche pubbliche dovrà essere valutata attraverso la lente della generatività.