“Il 70% delle imprese di marmo della provincia di Trapani rischia di chiudere tra pochissimi mesi”. A denunciarlo è Alberto Santoro, presidente nazionale del settore lapideo in CNA, facendo riferimento al considerevole aumento dei costi di energia elettrica e metano in bolletta.
“Le aziende del nostro comparto – aggiunge il custonacese, che è anche imprenditore del settore – lavorano con macchinari da taglio che hanno grossi motori, e che quindi comportano un alto consumo di energia. È chiaro che aumenti così gravosi sono insostenibili. Calcoliamo che, se il governo non agisce a livello strutturale sul problema, il 70% delle aziende marmifere del trapanese chiuderà a brevissimo”.
Giovanni Marchese, vice presidente CNA Trapani aggiunge che gli interventi messi in atto dal governo per mitigare il caro bollette sono insufficienti. Non va poi meglio al settore della ristorazione, messo già in ginocchio dalle chiusure e dalle misure restrittive dovute alla pandemia.
“Il nostro è un comparto già fortemente in crisi – dichiara Rosi Napoli, presidente ristoratori in CNA Trapani -, ad oggi ci troviamo ancora a fare i conti con una capienza dei locali ridotta al 50% circa, dovuta al distanziamento dei tavoli che dobbiamo continuare a mantenere, con un aumento dei costi delle materie prime, e come se non bastasse, anche con l’aumento delle bollette. È chiaro che, per sopravvivere, dovremo aumentare i prezzi anche noi ”.
Giuseppe Orlando e Francesco Cicala, presidente e segretario di Cna Trapani facendo riferimento al decreto energia approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri – dichiarano che “gli interventi tampone del governo sono utili, ma assolutamente non sufficienti” -, e che prevede risorse per 5,8 miliardi stanziate per azzerare gli oneri di sistema per famiglie e imprese, ridurre l’Iva sul gas al 5% e gli oneri generali nel settore, oltre che 500 milioni di euro per il rafforzamento del bonus sociale elettrico e gas, per il secondo trimestre del 2022.
Nel Decreto sono previsti anche 700 milioni di euro per contributi straordinari a favore delle imprese energivore e di quelle a forte consumo di gas naturale: “si tratta di misure emergenziali che, purtroppo, tamponano ma non risolvono il problema. Sono necessari interventi strutturali non limitati nel tempo. Ad oggi, per esempio, gli oneri di sistema sono – in proporzione – maggiormente a carico delle piccole imprese, che ne pagano il 49%, che delle più grandi, che pagano il 51% di questi costi. Bisogna, piuttosto, ragionare secondo il principio per cui chi inquina di più paga di più, e parallelamente magari, avviare un piano ecosostenibile che incentivi le imprese tutte a puntare maggiormente sulle energie sostenibili”.
“Come già anticipato da nostri colleghi di altre sezioni territoriali CNA – aggiungono i vertici di CNA Trapani – in questo momento è fondamentale sostenere le imprese, prevedendo per esempio una sorta di credito d’imposta sui costi eccedenti le bollette rispetto all’anno passato, che permetta di tramutare lo stesso in bonus da utilizzare per altri costi”.
“Conosciamo molto bene la situazione delle imprese del territorio – concludono Orlando e Cicala – molte con difficoltà sono sopravvissute alla crisi economica dovuta alla pandemia, e ora si vedono letteralmente travolte dalla crisi energetica. È inammissibile che tutti i sacrifici fatti fino ad ora vengano annullati da questo stato di cose. Se non si corre ai ripari in immediato, le attività andranno inevitabilmente incontro ad una crisi di liquidità, che ne metterebbe seriamente a rischio l’esistenza”.