Licata-Trapani 3-1
Licata: Moschella, Calaió, Cappello, Caccetta, Mannina, Orlando, Mazzamuto, Aprile, Samake (94′ Giannaula), Curró (67′ Ficarra), Minacori (94′ Greco). A disposizione: Truppo, Rubino, Maniscalco, Lanza, Soure, Callea. Allenatore Giuseppe Romano
Trapani: Cultraro, Munoz, Maltese, Buffa, Musso (66′ Russo), Bruno (88′ Baiata), Olivera, Vitale (67′ Barbara), Spano (67′ De Felice), Santarpia (85′ Pipitone), Galfano. A disposizione: Recchia, Pagliarulo, Meti, Sami. Allenatore Massimo Morgia
Arbitro: Gerardo Garofalo di Torre del Greco. Assistenti: Giuseppe Minutoli e Francesco Quattrotto di Messina
Reti: Olivera (T) al 12′, Samake (L) al 55′ e al 90′, Caccetta (L) al 76′
Ammoniti: Aprile, Moschella, Orlando, Caccetta e Calaió nel Licata; Barbara, De Felice, Galfano, Spano nel Trapani. Espulsi dalla panchina Giuseppe Romano e Massimo Morgia
Calci d’angolo: 2-5
Recuperi: 5′ pt; 6′ st
Fin quando abbiamo corso e pressato alto, siamo stati padroni del campo. Quando non ne abbiamo avuto più, siamo ritornati la squadra di sempre, con le sue fragilità, le sue amnesie ed i suoi errori.
Ci vorrà dunque tempo e pazienza per portare l’autonomia di corsa e pressing dagli attuali 60 a 90 minuti pieni e, nel frattempo, dovrà arrivare anche qualche altro innesto dal mercato; perché, ad esempio, bisogna farli i goal e non solo sfiorarli o fallirli ed, ancora, perché non basta che un attaccante sia pericoloso in fase conclusiva (De Felice) ma è anche necessario che costui pressi l’avversario in fase di non possesso.
Almeno così vuole Morgia.
Inoltre, abbiamo ancora attaccanti in ritardo di condizione (Spano, che ha sempre giocato spezzoni di gara) ed altri che sono appena arrivati (Russo), mentre altri ancora, come dicevo, devono ancora capire cosa il Mister gli chiede (ma devono farlo alla svelta, perché sennò è meglio che cambino aria).
Infine, lo stesso Mister deve valutare per bene chi, fra i suoi calciatori, è funzionale ai suoi principi di gioco e che invece no e, dunque, dovrà cercarsi un’altra sistemazione; fermo restando che, come ha dichiarato lo stesso Morgia, intanto qualche altro under arriverà, per colmare le scoperture nei ruoli indicati dal Mister.
Insomma, per tutte queste ragioni siamo un cantiere aperto ed era prevedibile. Ma non tutto è da buttare, malgrado la sconfitta di oggi bruci e parecchio.
In prospettiva, ci sono le avvisaglie di un cambio di passo ma è ancora presto perché ciò avvenga:
abbiamo, infatti, cambiato completamente il modo di giocare e questa squadra deve ancora assimilarne schemi e principi.
Deve però, soprattutto, cambiare la sua mentalità, senza farsi troppo condizionare dalle reti subite o dagli errori commessi, come invece anche oggi è accaduto, segno che le fragilità mentali fin qui evidenziate, derivanti dal problematico inizio di stagione, non sono ancora state superate.
Ci vorrà del tempo, l’abbiamo capito. Una squadra non cambia faccia e rendimento dall’oggi al domani.
E dunque il nostro sarà, con molta probabilità, un campionato di assestamento, lontano dalla zona di vertice.
Ciò rimanda alle scelte iniziali. A come si è scelta la guida tecnica quest’estate. A come è stato costruito l’organico.
Adesso Morgia sta tentando di mettere ordine in un organico male assortito e male costruito : ma quanto tempo si è perso.
E, soprattutto, ne avremmo risparmiato tantissimo, di tempo, se le scelte di adesso la dirigenza le avesse fatte quest’estate.
Probabilmente, se così fosse stato, ci saremmo trovati in una diversa posizione di classifica, più alta rispetto all’attuale, con prospettive migliori di quelle di adesso.
Ma tant’è.
Adesso bisogna solo avere pazienza, in attesa che i calciatori sviluppino una mentalità più combattiva. Quando si prende goal, basta rimanere tranquilli senza scoraggiarsi.
Palla al centro e si ricomincia a tessere il proprio gioco con lucidità e ferrea determinazione nella ricerca della rete.
Morgia vuole questo e sta lì in panchina per ottenere questo.
Confidiamo che ci riesca.