Aggiornamento ore 12:30
Nel corso delle perquisizioni condotte nel territorio di Marsala i Carabinieri della locale Compagnia hanno tratto in arresto la 41enne T. A., marsalese, per detenzione illegale di sostanze stupefacenti”, perché trovata in possesso di 20 grammi di cocaina, 150 euro in banconote di piccolo taglio, un bilancino di precisione e documentazione “contabile” inerente l’ attività di spaccio di stupefacenti, tutto sottoposto a sequestro. L’arrestata, che risulta essere attualmente destinataria del beneficio del reddito di cittadinanza, espletate le formalità di rito, è stata tradotta presso il carcere Pagliarelli di Palermo in attesa dell’udienza di convalida, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Perquisizioni anche nel territorio di Marsala, da parte dei militari del Comando provinciale di Trapani, nell’ambito della operazione dei Carabinieri di Palermo che portato stamane in manette sette persone accusate, a vario titolo, di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’indagine, svolta tra marzo e giugno del 2020 nel pieno della crisi pandemica, è stata focalizzata sulla scoperta dell’esistenza e dell’operatività di un deposito di armi e munizioni nelle adiacenze di una villetta nei pressi di Fondo Gallo, nel quartiere CEP/Borgonuovo di Palermo: l’immobile veniva utilizzato dai proprietari, marito, moglie e due dei loro tre figli, per occultare armi comuni da sparo e clandestine che poi venivano cedute ad altri soggetti.
Durante le indagini, che hanno consentito di documentare che gli indagati continuavano a curare i loro interessi criminali nonostante l’emergenza sanitaria vigente: sono così state arrestate in flagranza 6 persone e recuperate 5 armi di diversa foggia e calibro, tra cui un fucile semiautomatico Beretta CX4 “Storm”, una pistola clandestina e una oggetto di furto, tutte pienamente efficienti e pronte all’uso, oltre ad un cospicuo numero di munizioni.
Grazie alle indagini compiute dai militari, coordinati dai magistrati della Procura della Repubblica, è emerso che il gruppo criminale indagato, traeva sostentamento anche dal traffico di sostanze stupefacenti, come testimoniato dal sequestro di un’intera piantagione di marijuana, coltivata mediante allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica, impiantata dentro un vero e proprio “bunker” ricavato nelle adiacenze di una porcilaia di pertinenza della villa.
Nel corso di uno degli interventi nell’abitazione è stato anche trovato, con il concorso dei Carabinieri Forestali, un macello abusivo – dove venivano illegalmente abbattuti e lavorati numerosi suini – con il successivo sequestro di più di un quintale di carne posta all’interno di una cella frigorifera, già destinata al consumo umano.