A distanza di trent’anni il MAC – Museo d’arte contemporanea “Ludovico Corrao” di Gibellina ritornerà alla luce dopo un complesso riallestimento che ne ridisegna gli spazi, permettendo l’esposizione di 400 opere, una piccola parte delle oltre duemila che compongono l’intera collezione, la più ampia del Sud Italia.
La notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 il terremoto ha distrutto il Belice e nel giorno del suo anniversario, Gibellina si riappropria della sua memoria. È stato ultimato il riallestimento del MAC – Museo d’arte Contemporanea che ospita circa 2000 opere degli artisti, scultori, fotografi che accorsero nel Belice per ricostruire Gibellina nel segno dell’arte, coinvolti dal sindaco Ludovico Corrao, a cui è intitolato il museo che a fine aprile riaprirà le porte dopo sei anni.
Ludovico Corrao diceva che “Nulla è più inutile della cultura, ma nulla può essere fatto senza questa inutilità. Se a un popolo si toglie la forza del sogno, entra in uno stato di psicosi, di malattia inguaribile”.
Nei primi giorni di marzo del 1980 il collezionista Nino Soldano incontro il primo cittadino Ludovico Corrao: nasceva la prima cellula del Museo d’arte contemporanea di Gibellina, sotto il tratto di Enrico Baj, Corrado Cagli, Pietro Consagra, Mimmo Rotella, Mario Schifano. Non c’era ne una sede e ne spazi disponibili, le 83 opere della collezione Soldano furono conservate nei locali della scuola elementare e da lì trasferite, un anno dopo, in un’ala dell’Istituto Comprensivo Papa Giovanni XXIII.
Dopo l’ultima chiusura per ristrutturazione con fondi comunitari durata sei anni, il Museo civico viene riconsegnato alla comunità. A fine aprile, quando si spera che l’emergenza covid sia ormai superata. Pittura, sculture, grafica, fotografie e maquette delle grandi opere di Gibellina Nuova e del Cretto di Burri; suddivise in otto sezioni che segnano il percorso espositivo storico-cronologico, dal primo ‘900 alle ultime Avanguardie. E raccontano una storia contemporanea della rinascita nel segno dell’arte.
Il Museo è composto da otto sezioni completo di servizi aggiuntivi di moderna concezione per uno spazio espositivo come una sala proiezione, un bookshop specializzato in editoria d’arte e una caffetteria che sta nascendo all’interno dello spazio consultazione e della biblioteca. E’ prevista anche la riapertura della sezione didattica del Museo rivolta alla formazione degli studenti del territorio.
È stata ridisegnata l’ampia corte che conduce all’ingresso, pronta a trasformarsi in una sezione en plein air. Si potranno rivedere opere straordinarie come il “Ciclo della natura”, le dieci grandi tele dedicate ai bambini di Gibellina, realizzate sul posto da Mario Schifano nella primavera del 1984; “La notte di Gibellina” di Renato Guttuso, dipinta in memoria della notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1970, nel secondo anniversario del sisma, quando mille fiaccole si accesero per ricordare allo Stato le macerie e le baracche: c’erano gli uomini e le donne del Belice, gli artisti e gli scrittori – Zavattini, Caruso, Treccani, Cagli, Damiani, Zavoli, Levi – gli intellettuali che avevano risposto all’appello di Leonardo Sciascia e Ludovico Corrao, testimoni dell’atto d’accusa contro il Governo, chiamato a discolparsi di fronte al mondo civile.
Queste sono soltanto alcune delle opere dell’enorme collezione del Mac.