L’indagine sulla scomparsa dei computer con le indagini sul latitante Matteo Messina Denaro è stata archiviata “non essendo emersa alcuna ipotesi di reato”.
Lo scrive la Procura di Palermo – come riferisce un lancio di AGI – riferendo l’esito giudiziario della scomparsa di alcuni supporti informatici denunciata, nel 2015, dal finanziere Calogero Pulici. Il militare fu, per anni, applicato alla Segreteria dell’allora procuratrice aggiunta della Dda di Palermo Teresa Principato che coordinava le indagini sul boss di Castelvetrano.
La denuncia riguardava la scomparsa di “un computer portatile da 10 pollici” e “due pendrive da 1 gb ciascuna” con i file di “tutte le indagini su Messina Denaro” custoditi all’interno dell’ufficio del pm antimafia. La notizia fu rivelata soltanto alcuni anni dopo, durante i processi a Caltanissetta in cui il finanziere e Principato furono assolti.
Nell’estate 2015 Pulici era stato allontanato dagli uffici della Procura di Palermo su disposizione del procuratore capo Francesco Lo Voi. Nell’immediato, l’appuntato della sezione di pg della Guardia di Finanza chiese di poter recuperare i suoi dispositivi dalla stanza della pm Principato ma soltanto l’11 dicembre di quell’anno venne autorizzato.
“Alla presenza di un’assistente, rilevava che non era più presente, all’interno della stanza suddetta, nè il pc portatile nè le chiavette usb”, scrivevano i legali del finanziere in un’istanza inviata alla Procura di Palermo per conoscere l’esito del procedimento. “Vi si comunica che la relazione di servizio dell’11 dicembre 2015 – si legge nella risposta siglata dalla pm Francesca Dessì – è stata iscritta al procedimento n. 123/2016 R.g-mod. 45 di cui è stata disposta la trasmissione in archivio non essendo emersa alcuna ipotesi di reato”.
In seguito all’allontanamento dalla Procura, Pulici fu coinvolto in indagini e processi che portarono davanti al Tribunale di Caltanissetta anche i magistrati Teresa Principato e l’allora capo della Procura di Trapani, Marcello Viola: tutti furono assolti.
Nel maggio 2016 il finanziere subì alcune perquisizioni durante le quali furono sequestrati pendrive, hardisk, tablet, smartphone e un computer vecchio modello. Tra questi dispositivi – secondo le Fiamme Gialle – c’erano quelli di cui Pulici denunciava la scomparsa ma, nonostante le pendrive non fossero state identificate, tra gli oggetti sequestrati non figurava alcun portatile da 10 pollici e per questo, secondo la Procura, “si tratta di altri dispostivi” rispetto a quelli scomparsi dall’ufficio di Principato.