Forse la parola fine al coronavirus verrà scritta dal vaccino anti-COVID-19.
Il vaccino contro il coronavirus di Pfizer-BioNTech è disponibile ormai in Italia, dallo scorso 27 dicembre per la somministrazione al personale sanitario e agli ospiti delle case di cura nelle loro varie forme.
La quantità di dosi disponibili è ancora limitata, ma aumenterà sensibilmente a partire dai primi mesi del 2021.
Nel frattempo una delle terapie promettenti, anche se ancora sperimentale, proposte nell’ambito della pandemia innescata dal Coronavirus SARS-CoV-2 resta sempre il plasma iperimmune.
Questa strategia prevede l’utilizzo del plasma, cioè la parte liquida del sangue, di pazienti guariti dall’infezione, al fine di fornire ai malati gli anticorpi utili a contrastarne gli effetti.
La terapia prevede l’estrazione degli anticorpi da pazienti guariti dal Covid-19 che vengono infusi in malati gravissimi, con “sembrerebbe” (uso il condizionale) un miglioramento del quadro clinico già in 2-3 giorni.
La nuova tecnica è nata da un’intuizione dei medici della Nefrologia, che hanno riconvertito un macchinario finora servito per curare la nefropatia membranosa, una malattia dei reni dovuta ad anticorpi che impazziscono e aggrediscono l’organo distruggendolo.
Vi ricordo amici miei, che anche l’Asp di Trapani, aderisce alla raccolta del plasma iperimmune. Da qui, il mio personale, appello affinché i guariti si rechino a donare. Donare è un atto di grande umanità ed è indispensabile per aumentare le cure.
Donare è vita ed in questo momento in cui il Covid-19 è ancora molto diffuso può essere fondamentale per salvare i casi più gravi.
In Sicilia sono otto i centri di raccolta del plasma per la cura del Coronavirus autorizzati dal Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato regionale della Salute. Trapani è tra questi.
La raccolta del plasma per l’immunizzazione avviene, infatti, nei servizi trasfusionali presso i policlinici di Palermo e Catania, le Asp di Trapani, Caltanissetta e Ragusa e negli ospedali Papardo di Messina e Garibaldi di Catania, tutti autorizzati alla fine della scorsa primavera.
Possono donare quei cittadini guariti recentemente dal Covid 19 essendo ancora dotati di plasma iperimmune.
Ma che caratteristiche deve avere il donatore? Il plasma può essere donato da chi ha già contratto il Covid-19, ed è guarito. Il potenziale donatore deve avere un’età compresa tra i 18 ed i 65 anni, non deve essere stato mai trasfuso e, se donna, non avere avuto gravidanze.
Le caratteristiche richieste sono test sierologico per anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 con positività ≥ 80 UA/mL; tampone negativo; completa assenza di sintomi da almeno 14 giorni e non avere avuto contatti con un soggetto sospetto o conclamato Covid-19 da almeno 14 giorni oltre alle condizioni normali per la donazione di sangue ovvero essere in condizioni generali di salute buone.
Vaccinarsi e donare il proprio plasma iperimmune rappresentano segni di grande responsabilità ed amore verso la comunità! Vaccinarsi fa parte, insieme alle mascherine e al distanziamento sociale, di quei piccoli gesti che possono salvare la tua vita e quelle delle persone a te vicine!
Ricordiamo che trattandosi di una terapia sperimentale, sono diversi gli studi sul plasma iperimmune dei convalescenti che si stanno conducendo nel mondo e sarà soltanto comparando tutti i dati che si potranno avere i risultati definitivi sulla reale efficacia del plasma iperimmune.
Segue un link interessante sul plasma iperimmune:
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