Era l’ultimo dei partigiani ancora viventi di questa provincia anche se da tempo per ragioni di lavoro si era trasferito a Roma, alla Rai, assumendo importanti ruoli dirigenziali.
Stefano Narici, partigiano 101 anni, nativo di Alcamo, deceduto sabato nella sua casa romana, non aveva mai interrotto il suo rapporto con la sua terra, in questo collaborato dal nipote, l’ex deputato alcamese Massimo Fundarò.
Quando ha saputo dal nipote che a Trapani si era ricostituita l’ANPI era stato felice di iscriversi alla sezione di Trapani e di ricevere la tessera ad honorem che spetta ai partigiani viventi. Partecipò alla lotta di liberazione dal nazifascismo aderendo alla Resistenza fin dall’8 settembre 1943, data dell’armistizio dell’Italia con gli Angloamericani.
Quel giorno era di stanza a Cuneo come tenente dell’esercito italiano. Fu tra i pochi a ribellarsi all’ordine di arrendersi e di consegnarsi alle truppe tedesche. Datosi alla clandestinità, fu ospitato in un convento di suore, ben presto raggiunse le montagne della Val Gesso. Contribuì alla formazione di uno dei primi gruppi partigiani di “Giustizia e Libertà” che operò nelle valli piemontesi fino al 25 Aprile del 1945, giorno della Liberazione.
Per suo volere le ceneri saranno sepolte nel cimitero di Alcamo. L’ANPI di Trapani si associa al cordoglio dei familiari ed in particolare del nipote Massimo Fundarò impegnandosi sin da oggi ad onorare non appena possibile la sua figura di partigiano.