AVVISO: il blog vuole cercare di raggiungere una platea di utenti che normalmente non mastica il diritto del lavoro e, pertanto, è volutamente sintetico e cerca di usare una comunicazione semplice. Un occhio tecnico potrebbe trovare alcune imperfezioni, che sono però un costo necessario da sostenere per poter raggiungere una platea più ampia.
L’anno volge al termine, e tra feste blindate e autocertificazioni, cominciano a fare capolino i primi vaccini anticovid. Una sorta di primavera, come anche la narrazione del Governo vuol fare intendere, ma guardandosi indietro molte sono le macerie lasciate alle nostre spalle.
Una domanda non banale che mi pongo spesso è: in uno Stato senza welfare, come saremmo andati avanti? Diamo troppo spesso per scontato quello che abbiamo, ma traducendo in numeri, quest’anno, 6,7 milioni di lavoratori hanno avuto garantita una integrazione salariale attraverso la Cassa Integrazione. Il futuro ci dirà quanto peserà questo 2020 sulle pensioni degli under 40 e sulla possibilità di accesso al lavoro dei millenials, ma nel presente una risposta dello Stato c’è stata.
Altro quesito non banale che mi pongo spesso è: poteva essere gestito tutto in maniera più efficiente con pochi accorgimenti? Senza ombra di dubbio; un esempio è proprio la gestione dei pagamenti della Casa integrazione.
Intorno ai primi di ottobre mi ritrovai per caso ad assistere ad un dibattito televisivo in seconda serata in cui si discuteva di varie cose di diritto del lavoro legate al periodo pandemico, e fra queste ovviamente si parlava di Cassa Integrazione.
Uno stimato collega, Enzo De Fusco, affrontava la questione dei ritardi nei pagamenti, con numeri incredibili: 880.000 lavoratori non avevano ancora percepito le indennità di maggio, giugno e luglio.
Incuriosito, ho cercato di approfondire questi numeri, scoprendo che a fine settembre erano in totale ben 81.000 le domande giacenti, che sommate alle richieste di ottobre, 98.000, portano alla cifra di 179.000 pratiche da lavorare.
Una stima fornita dall’Istituto parlava allora di circa tre miliardi di ore di cassa integrazione richieste; numeri enormi per il personale Inps che deve valutare queste domande, generando inevitabilmente ritardi nei pagamenti.
A dicembre però la situazione è totalmente diversa. L’ultimo dato ufficiale è del 3 dicembre, giorno in cui si registra una quasi totalità dei pagamenti. Secondo l’Inps infatti il 99,5% delle domande è stato saldato.
Una grandissima accelerazione che tradotta in numeri significa 15.017.701 pagamenti su 15.098.773.
Non è chiaro come possa accadere che in pochi mesi si proceda alla quasi totalità dei pagamenti, eppure l’Istituto è stato messo in condizione di poter agire velocemente.
Evidentemente quando si vuole, si può…
“Il lavoro, spiegato bene” è il blog di Sergio Villabuona, consulente del lavoro ed euro-progettista. È possibile interagire con lui attraverso la sua pagina Facebook.