Trapani – Pordenone 3-0
Come essere aggressivi e concreti, pur giocando a 5 dietro .
All’indomani del pari interno con il Frosinone avevo espresso, per l’ennesima volta, la convinzione che non fosse questione di modulo :
il Trapani non era riuscito a segnare non tanto perché si fosse schierato col 5-3-2, invece che col 4-4-2, ma quanto piuttosto per la mancanza di aggressività e dinamismo adeguati,specie nei quinti e nei tre mediani.
La palese mancanza di tali due qualità era risultata fattore sicuramente determinante, ma su di essa aveva influito in modo evidente la forza dell’avversario di giornata più che le nostre debolezze.
Il Pordenone non è il Frosinone ed oggi si è visto; lo abbiamo sovrastato per tutta la gara, cosa che non ci era riuscita con i ciociari.
Ma c’e anche del merito nostro, non è solo la diversa caratura fra i due avversari ad avere fatto la differenza.
Siamo cresciuti a vista d’occhio sul piano della condizione atletica.
Si era già visto la settimana scorsa, malgrado lo 0-0 finale, che stavamo meglio dei nostri avversari .
Questo pomeriggio ne abbiamo avuto la conferma .
Ed una squadra che corre, come dice Castori, può interpretare nel modo migliore, ossia con equilibrio fra le due fasi di gioco il proprio schieramento tattico.
Il Trapani, cioè, è riuscito sia a coprirsi in fase di non possesso, senza mai concedere un tiro nello specchio della porta agli avversari (se non due conclusioni telefonate nell’ultimo quarto d’ora di gioco) ma allo stesso tempo anche ad essere dinamico ed aggressivo in fase di possesso, così da trasformare un sistema di gioco tipicamente a tenuta difensiva in uno molto offensivo, portando ben quattro uomini ad attaccare l’area avversaria, con in più un mediano sempre pronto all’inserimento a rimorchio (vedi Coulibaly in occasione del primo goal). Insomma, oggi tremendamente efficaci sul piano del gioco offensivo, senza contare che proprio il 3-5-2, se interpretato con adeguato dinamismo, si presta benissimo a mettere in difficoltà il 4-3-1-2 (modulo del Pordenone) ed, in genere, le difese a 4.
Sul piano dei singoli, ha avuto ragione Castori a puntare proprio sul senegalese Coulibaly, autore di una maiuscola prestazione nonché del suo primo goal ( nella porta giusta 😊 ) in maglia granata.
Ma, badate bene, è tutta la squadra che per ora sta girando a mille .
Pirrello, Buongiorno e Strandberg hanno giganteggiato dietro, con il norvegese vero padrone dell’area di rigore .
Taugourdeau, Colpani e Coulibaly hanno dato geometria e velocità nell’impostare il gioco, tecnica nel saltare l’uomo ed interdizione in fase difensiva, da veri calciatori completi.
I due quinti, per quanto non troppo arrembanti, sono però stati due martelli sulle fasce:
instancabili, c’erano sempre ed alimentavano continuamente la manovra per poi andare immediatamente a coprire in difesa.
Grillo in particolare, pur non brillando sul piano squisitamente offensivo, ha giganteggiato su quello della corsa, dell’agonismo, delle motivazioni e dell’interdizione. Stoico nel volere rimanere in campo a tutti i costi, malgrado la contusione alla testa.
Dei due attaccanti, la sorpresa di giornata è Piszczek: ha costruito i due assist per i primi due goal e si è integrato talmente bene con Pettinari, da mandarlo in buca in occasione del contropiede da cui è scaturito il calcio di rigore, creandogli lo spazio in cui infilarsi.
Una prova davvero notevole, che conferma le impressioni che già avevo avuto su questo giocatore nella serata sfortunata di Salerno, dove, pur non procurandosi alcuna seria opportunità da rete, aveva fatto vedere di essere in possesso di ottimi movimenti da attaccante moderno. Un po’ come Pettinari; ed infatti i due, adesso, sembrano integrarsi alla perfezione.
Peccato che lunedì a Cosenza Pettinari non giocherà per squalifica, vista l’ammonizione di oggi (era in diffida).
Ma, quasi a scusarsi, si è portato avanti con il lavoro, facendo due reti:
16 goal in campionato, ad una sola lunghezza dal capocannoniere Iemmello.
Le soluzioni alternative a Castori non mancano, da Dal Monte ad Evacuo, passando per Biabiany. Vedremo.
Ciò che conta è avere ritrovato una squadra compatta che viaggia tutta assieme sullo stesso livello di rendimento e soprattutto con motivazioni fortissime.
Non riuscire ad individuare oggi il migliore in campo è segno dell’ottima prova dell’intero collettivo, che ha trovato fin dall’inizio nel 3-5-2 la sua identità tattica, implementata prima dai rinforzi di gennaio ed ora dalla crescita generale del gruppo.
Da Cosenza mi aspetto conferme. Positive. La rincorsa continua . . .
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