Trapani – Salernitana (0-1) di domenica sera.
La prestazione: 7,5; il risultato: 0 (punti) .
Se non altro, adesso anche i più critici fra i tifosi dovranno convenire che il Trapani un gioco ce l’ha e che il tanto vituperato Baldini, offeso, deriso, insultato senza ritegno alcuno, proprio così scarso non è.
Soprattutto, la squadra, pur perdendo, ha dato una risposta chiara in termini di compattezza ed unità d’intenti con lo staff tecnico.
Una squadra che gioca contro il suo Mister non si comporta come il Trapani di ieri sera:
la migliore gara in termini di prestazione e di sviluppo del gioco vista fino ad ora.
Dunque, non commettiamo l’errore di farci condizionare nei giudizi dal risultato, mai così bugiardo.
E se dobbiamo giudicare il Trapani ed il suo allenatore, facciamolo almeno con dati di fatto e non per quello che il tecnico dice o non dice e per come lo dice nelle dichiarazioni alla stampa:
ieri sera ho contato 12 tiri del Trapani, 7 nello specchio della porta, 3 fuori e 2 ribattuti.
Solo 4 della Salernitana.
Ciò significa che noi abbiamo una manovra ed un gioco efficaci e dei calciatori, che sanno metterli in pratica.
È bastato recuperare Del Prete, attendere che Tulli mettesse ulteriori minuti nelle gambe e che Nzola capisse con quale cipiglio bisogna scendere in campo (ed in allenamento) per cominciare a vedere il Trapani che Baldini aveva probabilmente immaginato a Luglio.
Poi, però, emerge chiaramente che continua a mancarci il goal. Non voglio parlare dei due rigori non concessi, sorvolo, quanto piuttosto evidenziare che in area siamo ancora poco incisivi (Pettinari e lo stesso Nzola, in particolare).
Inoltre, mentre abbiamo finalmente trovato un terzino destro di sicuro affidamento, mi pare altrettanto evidente che non abbiamo ancora un terzino sinistro di medesimo valore; troppo deficitaria,infatti, la prestazione di Cauz in fase di possesso sul piano della personalità ma, d’altro verso nemmeno Jakimovski convince in quella di non possesso.
I calciatori a disposizione dell’allenatore sono però questi ed è semmai responsabilità della società non avere saputo fare di meglio, in termini di disponibilità finanziarie per la costruzione dell’organico.
A questo punto, però, guardare indietro serve a poco, così come distinguere fra i vari tipi di responsabilità, ai vari livelli .
Il gruppo è questo e con questi calciatori dobbiamo tentare l’impresa della salvezza.
La sconfitta di ieri sera ci dice paradossalmente che questo gruppo è diventato una squadra sul piano sia umano che tecnico e che oltretutto può ancora migliorare.
Ancora più paradossalmente è forse uno dei rari casi, in cui la sconfitta non determina l’esonero dell’allenatore, anzi ne rafforza semmai la posizione, giacché si è palesato in modo chiaro che non è questione di manico; non si mette sotto la Salernitana sia a favore di vento che contro vento, se non si è organizzati e se ciascun calciatore non sa cosa fare in campo.
Semmai c’è voluto tempo ed ancora ce ne vorrà per dare assetto e forma definitiva a questa squadra: per i tempi in cui è stata formata, per le poche risorse a disposizione per formarla e per tutti gli intoppi che ne hanno rallentato amalgama e crescita.
E dunque lo ripeto: o ne usciamo adesso tutti assieme (giocatori, allenatore, società e tifosi), puntando a migliorare ciò che è migliorabile, cercando di cominciare a fare punti ed a muovere la classifica, facendo in modo che tutte le componenti si sostengano e si aiutino a vicenda, senza divisioni stupide o sterili polemiche, oppure non si va da nessuna parte.
Vediamo, dopo avere trovato la prestazione sul campo, di ottenere anche i punti che ci servono come il pane in classifica e poi, a gennaio, alla riapertura del mercato vedremo se la società farà lo sforzo di ottimizzare la composizione di questo gruppo, come fin d’ora appare evidente.
Sforzo che appare quanto mai necessario, considerato che agli incauti proclami di luglio di helleriana matrice non ha fatto seguito un adeguato plafond di risorse, che li rendesse attuabili.
Accontentiamoci per adesso di avere trovato una squadra di uomini veri, che non hanno avuto bisogno di rifarsi allo spirito “operaio” del Trapani che fu, giacché hanno dimostrato di possederlo a prescindere quel tipo di virtù, senza bisogno che nessuno glielo insegnasse o glielo ricordasse.
Ed ai critici ad oltranza, mi limito a dire: in questo delicato momento non serve chiedersi cosa la proprietà deve fare per la squadra ma bisogna innanzi tutto chiedersi cosa ognuno di noi può fare per aiutare la squadra ad essere più forte.
Adesso, Trapani-Cremonese.