TRAPANI. “Quello di Musumeci è il canto delle sirene. Io dico no alla proposta di entrare in Airgest”. Giacomo Tranchida più chiaro non poteva essere nella risposta alla proposta lanciata dal presidente della Regione nel corso della sua visita all’aeroporto di Birgi di venerdì mattina. Musumeci, dopo aver girato l’aerostazione che visitava per la prima volta, aveva chiesto ai Comuni di fare la propria parte, di smettere di litigare e di entrare in Airgest, acquistando parte delle quote, anche perché la Regione “c’è e ci sarà fino a quando l’aeroporto non decollerà”, aveva spiegato il capo del governo regionale. Facendo intendere, pertanto, che la gestione di Airgest in capo alla Regione, che detiene il 99,93% delle azioni, non può proseguire ancora per molto, perché così come è strutturata adesso Birgi si regge su fondi concessi dalla Regione con soldi che arrivano da tutta l’Isola.
Musumeci, nella sua visita a Birgi, non ha voluto incontrare i sindaci dei territori e Giacomo Tranchida, così come tanti altri primi cittadini della provincia, ritiene che questo gesto sia stato “non molto elegante – spiega -. Arrivare in una città ed in una provincia e non ricevere i sindaci è stato sicuramente un errore di galateo istituzionale non consentito a nessuno, sia che si tratti di Musumeci o di qualsiasi altra persona. Lo ritengo un gesto di grande scorrettezza nei confronti di un territorio che, peraltro, da mesi invoca un incontro”. E, anzi, aggiunge come, a breve, divulgherà a tutti una lettera attraverso la quale spiegherà come intenda la futura organizzazione dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi.
Tranchida, poi, si sofferma su un altro passaggio. “Musumeci ha detto che la sua porta è sempre aperta, ma la mia porta è quella di casa mia e non certo quella del Comune, così come non credo che la sua sia quella della Regione. Diciamo, quindi, che abbiamo due modi differenti di intendere l’amministrazione”.
E, infine, arriva alla proposta lanciata da Musumeci, il quale chiede l’ingresso in Airgest dei Comuni e della Camera di Commercio. Un interessamento diretto da parte degli Enti locali in modo da gestire loro stessi la società. E la risposta di Tranchida non poteva essere più diretta. “Non ci interessa buttare soldi nel pozzo di San Patrizio”, quel pozzo che non si riempie mai nonostante ci si buttino dentro risorse ed energie.
“La Regione deve occuparsi di infrastrutture strategiche e non della vita quotidiana dei cittadini con le regalie dei contributi – continua il sindaco Giacomo Tranchida -. Se sono capaci di farlo, bene, altrimenti lascino. Adesso riteniamo che si stia esagerando, perché la Regione ha dei compiti statutari, che riceve per delega dal Governo, e non se ne occupa”.