TRAPANI. “C’è un dato: solo 4 medici non obiettori in tutta la provincia, che evidentemente causano un’ipertrofia del sistema, rappresentata dalle liste di attesa, che obbligano le donne ad un “pellegrinaggio sanitario” anche fuori provincia: situazione del tutto inaccettabile e la cui responsabilità di soluzione è da affidarsi al governo regionale e nazionale, non certo ai medici e ai dirigenti sanitari”.
E’ la replica di Valentina Colli, presidente della sezione locale dell’Udi, in merito alla querelle seguita alla denuncia, della stessa Udi, delle difficoltà incontrate da una donna per abortire a causa delle lunghe liste di attesa. Cui, poi, è seguita la precisazione dell’Asp, la quale ha annunciato come, nel caso specifico, l’intervento per la donna oggetto della denuncia dell’Udi, fosse in programma per giovedì, nonostante si fosse presentata al Sant’Antonio Abate quando era già all’undicesima settimana di gravidanza.
“Si ricorda che la legge 194 prevede che una donna possa ricorrere all’Ivg entro 90 giorni – continua Valentina Colli -, ragione per cui è assolutamente ed altrettanto inaccettabile che si puntualizzi sul quando una paziente si presenti per richiedere il servizio. Servizio che, per altro, è stato garantito solo a seguito di sollecitazione e mobilitazione a mezzo stampa, altra anomalia ricorrente nel nostro Paese. Vorremmo ricordare che il tema non è mai il numero medio: è la disponibilità specifica, di quel giorno o di quella settimana, in un certo ospedale. Il tema non è il giudizio sulla legittimità del compito in questione: il tema è garantire un diritto della donna, rispettando la sua dignità, la sua salute, la sua autodeterminazione”.