Non riusciamo a vincere. 6 pareggi in 7 giornate di campionato, a fronte di un’unica striminzita vittoria.
Ieri, ad Acireale (campo di Aci Sant’Antonio), anche il quinto sistema di gioco stagionale, il 4-4-2 varato mercoledì scorso con il Lamezia Terme dal neo tecnico Monticciolo, ha fatto cilecca.
Con due punte centrali, diventano fondamentali i cross dalle fasce. Ebbene ieri non ne abbiamo azzeccato uno di cross; abbiamo avuto quindi la conferma che i nostri terzini e i nostri esterni di centrocampo non sanno crossare. Nel 4-4-2 c’è bisogno di due attaccanti rapidi e famelici in area di rigore. Nemmeno questo abbiamo.
In tutta la partita sono arrivate in area di rigore solo due, (dico DUE) palloni e Musso non è riuscito a buttarli dentro. Mokulu si è sacrificato, smazzandosi a destra e a sinistra ma non è mai stato assistito né da Merkaj né dallo stesso Musso. Né ha ricevuto dagli esterni palle giocabili.
A proposito: nel 4-4-2 ci vogliono due esterni di centrocampo che saltino l’uomo. I nostri esterni di centrocampo, né Falcone, né Kosovan, né Di Domenicantonio sono mai riusciti a saltare l’uomo nell’uno contro uno.
Ed è anche per questo motivo, che i cross da loro proposti, non riuscendo mai a conquistare il fondo, siano sempre risultati privi di pericolosità, quand’anche inutili.
Insomma, solo la difesa ha tenuto, sia pure concedendo un paio di limpide occasioni da rete ai padroni di casa.
Cosa significa tutto ciò? Significa che Monticciolo sta cercando di trovare, procedendo per tentativi, una soluzione tattica per fare segnare la squadra e darle un gioco più efficace. Compito lodevole il suo, ma improbo, perché sta allenando un gruppo di calciatori che non è stato formato o avallato da lui e che presenta limiti evidenti di competitività.
Chi ha costruito questa rosa? Per sua stessa dichiarazione, è stato il Ds Agatino Chiavaro. Peccato, però, che non sia stato lui in estate a scegliere l’allenatore, bensì il presidente Marco La Rosa. Si spiegherebbe in tal modo il fatto che, proprio con il precedente allenatore, Torrisi, questa squadra non avesse assunto una sua precisa identità tattica.
Avevo detto, ospite lunedì scorso a Telesud, che il nuovo allenatore avrebbe dovuto essere un conoscitore del girone, in possesso di carisma e personalità, così da essere lui a dire al Ds quali e quanti rinforzi voleva per risollevare la squadra e quali e quanti tagli all’organico voleva fare fin da subito, in relazione ai calciatori da lui non ritenuti adatti alla sua idea di squadra.
Al Trapani con Torrisi è avvenuto l’esatto contrario: a parte Mascari e Mangiameli, i calciatori li ha scelti il Ds e non l’allenatore. Monticciolo avrà la personalità e il carisma di imporre l’eventuale arrivo a Trapani di rinforzi di mercato da lui stimati e conosciuti? O farà decidere ancora una volta il solo Ds?
Perché a me una cosa sembra chiara: così come siamo, nessun allenatore sarebbe capace di farci migliorare in modo significativo e dunque nemmeno Monticciolo.
L’organico, pur comprendendo alcuni buoni calciatori, è carente di giocatori di valore in ruoli nevralgici.
Ci mancano calciatori in grado di fare la differenza, qualunque sia il modulo di gioco adottato e qualunque sia l’avversario di giornata.
Abbiamo bisogno di terzini che sappiano spingere e crossare con precisione, oltre che difendere.
Abbiamo bisogno di esterni offensivi che saltino l’uomo e sappiano crossare oppure tirare in porta.
Abbiamo bisogno di attaccanti, che in area, appena hanno un pallone fra i piedi, la buttino dentro 9 volte su 10.
Questi calciatori non li abbiamo ed è il Ds che deve spiegarci perché. Non l’allenatore.