Alcuni di loro hanno visto con i propri occhi e vissuto l’emergenza dell’alluvione di Salinagrande tanto da dover essere evacuati dal locale Centro di prima accoglienza con un elicottero della
Aeronautica militare e con un gommome dei Vigili del fuoco.
Ora che il peggio è passato, sono tornati – insieme agli operatori della cooperativa sociale Badia Grande – per aiutare gli abitanti della frazione che hanno avuto le loro abitazioni e attività danneggiate dallo straripamento del torrente Verderame. Stiamo parlando di un gruppo di trenta minori stranieri inseriti nel progetto FAMI Together presso le strutture di primissima accoglienza “Mappamondo” di via Bellini a Trapani e “Care” di Salinagrande che hanno preso parte ieri mattina all’iniziativa solidale promossa dal Comune di Trapani.
Con stivali di gomma e attrezzati di pale e molta buona volontà, i giovani immigrati, sotto la guida degli operatori, hanno dato il loro aiuto per rimuovere il fango che ha invaso case, giardini e strade, trasportato all’esterno delle abitazioni arredi e oggetti danneggiati e raccolto rifiuti che la forza dell’acqua ha trasportato ovunque. In particolare il loro intervento si è concentrato in quattro abitazioni ubicate sotto il ponte che attraversa una parte della frazione.
“I ragazzi hanno compreso l’importanza del gesto di solidarietà che stavano facendo e si sono impegnati tantissimo – ha detto la referente del progetto Francesca Tallamona – del resto, alcuni di loro hanno vissuto in prima persona l’alluvione e, passata la paura, hanno voluto fare qualcosa per il Paese che sta dando loro ospitalità. Le famiglie di Salinagrande – ha proseguito Tallamona – che hanno visto questi giovani immigrati sbracciarsi per loro, spalare il fango, spingere all’esterno lavatrici e poltrone danneggiate, trasportare sacchi colmi di spazzatura, sono rimasti colpiti da questo gesto e li hanno affettuosamente ringraziati”.
I beneficiari dei progetti di accoglienza gestiti dalla cooperativa sociale Badia Grande non sono nuovi ad iniziative solidali nei confronti delle persone bisognose. “É proprio in situazioni di emergenza come questa che si capisce maggiormente il valore della solidarietà fraterna, a prescindere dal colore della pelle e della religione – ha concluso Francesca Tallamona – e questo gesto contribuirà ulteriormente ad abbattere le barriere del pregiudizio, avviando un percorso di integrazione più che mai concreto con il territorio. Di questo noi operatori del sociale siamo veramente felici perché solo capendo che siamo tutti uguali e tutti potenzialmente fragili possiamo aiutarci gli uni con gli altri e trovare insieme la forza di superare gli ostacoli”.