Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta invitata dai professori precari che sono ancora in attesa di conoscere il proprio futuro. Una situazione paradossale che – si spera – presto si possa sbloccare.
I precari sono una stirpe sciagurata dalla notte dei tempi.
Essere precari è già intrinsecamente complicato e triste. Eppure c’è chi evidentemente ritiene che sia legittimo infliggere a questa stirpe sfortunata ulteriori pene da scontare in questo inferno in terra. Il provveditorato trapanese quest’anno si è distinto in modo particolare con un ritardo senza pari nelle prime nomine, una chiusura ad ogni tipo di interlocuzione dall’esterno (con privati cittadini, scuole, sindacati), che ha prodotto graduatorie lacunose, piene di errori e ingiuste, complice un algoritmo sempre sperimentale, che produce da nord a sud della nostra penisola un ragguardevole numero di ingiustizie. I sindacati sono riusciti ad ottenere 8 giorni fa udienza e che, in via del tutto eccezionale, a dette nomine errate e ingiuste si ponesse rimedio con un un’operazione generale ormai nota come “rinomina” che probabilmente passerà agli annali tra gli scempi del mondo della scuola. Questo perché la scuola nel frattempo è iniziata, le classi si sono formate e i docenti si sono in parte insediati, sebbene molti, che dovrebbero avere un incarico, attendono a casa chiedendosi se sia opportuno spendere l’ultima parte di una già miserabile NASPI in beni di prima necessità, libri per i figli anch’essi studenti e via discorrendo sulle spese che si devono affrontare mensilmente.
Eppure dal giorno seguente l’incontro tra provveditorato e sindacati, tutto tace. Dal 16 settembre non abbiamo più notizie da chi decide della nostra sorte, mentre in altre provincie già si procede con il secondo giro di nomine (spesso più ingiusto del primo perché validato dalla presenza di cattedre in deroga) e in altre ancora con le convocazioni da graduatorie d’istituto per le supplenze brevi. Siamo stanchi di attendere senza avere uno straccio di spiegazione o di scuse, stanchi di essere vittime di un sistema che non merita la cura che mettiamo nel nostro lavoro. Un lavoro che amiamo e ameremo sempre, nonostante tutto. Chiediamo solo comprensione, trasparenza, giustizia e, data la situazione, una certa velocità. Chiediamo, in tre parole, senso di responsabilità. Lo stesso che abbiamo noi per i nostri alunni che sono anche i nostri figli. Chiediamo di avere le nomine entro e non oltre il rientro a scuola dopo la pausa elettorale. Chiediamo di poter avere una scuola degna della serietà che questa istituzione merita.
Chiediamo nello specifico:
– Correzione dei punteggi e emissione e pubblicazione delle graduatorie corrette.
– Scorrimenti delle nomine in ruolo;
– Assegnazione degli incarichi secondo criteri chiari e laddove non possibile che si proceda eccezionalmente alle nomine in presenza;
– Riassegnazione degli incarichi non assegnati o assegnati a colleghi già di ruolo o in anno di prova;
– Sblocco delle cattedre in deroga e dato il ritardo delle operazioni un solo giro di nomine per le supplenze annuali o fino al termine delle lezioni con tutti i posti disponibili;
– Scuse formali del provveditore, la prof.ssa Antonella Vaccara.
Chiediamo solo ciò che è giusto.