Torna per il secondo anno il festival Borghi dei Tesori, che si svolgerà i giorni 20/21 – 27/ 28 agosto – 3/4 settembre, ed è subito diventato virale sui social network, collezionando in poche ore quasi 800mila visualizzazioni e 85mila iterazioni su Facebook, e 10mila persone raggiunte su Instagram.
Si potrà visitare una vera casa rabbinica e scoprire i resti di una delle sinagoghe attive prima della cacciata degli ebrei dalla Sicilia nel 1492; assaggiare la pizza antica di comunità, scoprire la tomba dei re sicani o l’antico monastero basiliano, osservare da vicino i grifoni, ascoltare la voce della memoria tra le rovine del terremoto, sorprendersi davanti a una pianta a forma di cuore che abbraccia il muro di un’abbazia, riposarsi sotto un ulivo di 1800 anni, contare quanti borghi possiedono un rabat arabo o quante sorgenti e fontane ci siano tra le viuzze, ammirare le tele restituite a una chiesa, sedersi tra i banchi di una scuola di un secolo fa, salire su una barca e perdersi tra due mari. Si potrà fare tanto ma non si potrà fare tutto: tre weekend, una quarantina di borghi sparsi come tessere di un unico mosaico siciliano, circa 400 tra siti, passeggiate ed esperienze e 500 giovani coinvolti per raccontare; e ovunque chiese, caverne, tombe reali, castelli federiciani, aule borboniche, siti dimenticati, una Sicilia del tutto sconosciuta che va dalle Madonie ai Nebrodi, da una punta all’altra, da un lato schiaccia l’occhio alla Sardegna e dall’altro all’Africa.
Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, è intervenuto alla presentazione del festival.
“Come sindaco di Palermo e della Città Metropolitana abbraccio con grande entusiasmo l’iniziativa dei Borghi dei Tesori che permetterà di far scoprire ai siciliani e ai tanti turisti in questo momento presenti nell’Isola, centri del nostro territorio, ricchi di bellezza e densi di storia“
Sull’evento si sono espressi anche Paolo Inglese, a capo del SiMuA, il Sistema museale di Ateneo, e Laura Anello, presidente dell’associazione Borghi dei Tesori:
“La formula delle Vie dei Tesori, che negli anni si è rivelata vincente valorizzando il patrimonio di Palermo, è garanzia di successo”. “La cosa più importante è la costruzione di una rete, sennò ogni piccola realtà da sola non ha significato: è come se avessimo una collana di perle ma senza il filo“.
“È una bellissima sfida quella di Borghi dei Tesori, sono 37 comuni che aprono i loro luoghi, li animano di racconti dei giovani della comunità. Ci sono sorprese straordinarie e incredibili di cui noi stessi non avevamo idea: penso solo alla sinagoga di Caltabellotta o alla ghost town di Montevago, ma sono tantissimi, e tutti raggiungibili con i pullman. Scopriamo dunque la nostra Sicilia più vicina e più segreta che ci lascerà di sicuro senza fiato.”
Ai Borghi dei Tesori è legato a doppio filo il progetto della Fondazione le Vie dei Tesori “Ho scelto il Sud”, un network di coloro che sono rientrati al Sud, un vero controesodo.
Il programma completo è consultabile all’interno del sito ufficiale, dove vengono elencate tutte le località che aderiscono all’iniziativa. Inoltre, la provincia di Trapani vede la sua prima presenza all’interno della manifestazione con l’ingresso di Calatafimi Segesta, borgo colmo di luoghi interessanti come la Chiesa del Santissimo Crocifisso, la Chiesa della Madrice San Silvestro Papa e Torre dell’orologio, il Museo di Garibaldi, il Museo Etnoantropologico, ex Convento di San Francesco d’Assisi e molti altri.