“E i tonni sono volati nel cielo”: questo il titolo della mostra inaugurata ieri pomeriggio all’ex Stabilimento Florio a Favignana e dedicata al maestro Giovanni Tammaro, in arte Mattò, nato sull’isola nel 1942 e scomparso lo scorso anno.
Fortemente voluta dal sindaco del Comune di Favignana – Isole Egadi Francesco Forgione, in collaborazione con la famiglia Tammaro, l’esposizione è stata patrocinata dalla Presidenza dell’Assemblea della Regione Siciliana. Fruibile fino al prossimo 23 ottobre, è costituita da circa 40 dipinti, da sempre custoditi nel laboratorio di Mattò, a cui si aggiungono tre quadri di proprietà dell’Amministrazione.
Queste le immagini e l’intervista al sindaco Francesco Forgione:
«Ad un anno dalla scomparsa di Giovanni Tammaro, noto a tutti con il nome d’arte Mattò, abbiamo pensato di ricordarlo con una mostra da offrire alla sua comunità e alle migliaia di turisti che nel periodo estivo scelgono di visitare Favignana e le Isole Egadi – ha dichiarato il sindaco Forgione – I volti sfumati dei tonnaroti, i suoi tonni e i colori delle sue mattanze sono ormai parte della rappresentazione e dell’immagine di Favignana; ma anche le sue case bianche, le sue battaglie navali che evocano quella delle Egadi ma che, attraverso il suo pennello, sono combattute in epoche indefinite. Le opere esposte sono quasi tutte inedite, conservate nel laboratorio della casa di famiglia. E alla famiglia va il ringraziamento per averle concesse consentendo di realizzare questa esposizione. Mattò non è stato solo un pittore favignanese; la sua opera, via via, è stata conosciuta ed apprezzata in tutta Italia, anche grazie all’incontro e all’amicizia con un altro straordinario e poliedrico artista siciliano del ‘900 come Salvatore Fiume. I colori di Mattò, a Favignana, si incontrano ovunque, case private, uffici e locali pubblici, e la sua arte è entrata nell’anima dell’Isola. Di questo non smetteremo di ringraziarlo».
Presenti al taglio del nastro, tra gli altri, il vicesindaco Vito Vaccaro, la presidente del Consiglio Emanuela Serra, alcuni consiglieri comunali, il curatore della mostra e responsabile del IV settore del Comune Marco Scarpinato, il figlio di Mattò, Giose Tammaro, e la moglie dell’artista, Pina Barile.
Pittore autodidatta che amava disegnare le scene della vita di mare animate da pesci, barche e pescatori, Mattò apre il suo primo Atelier a Favignana e, a partire dagli anni Sessanta, inizia a ritrarre la mattanza rappresentandola come una lotta per la sopravvivenza che, in uno spazio compresso e senza tempo, vede contrapposti l’uomo e il mare. I suoi dipinti sono caratterizzati da tratti essenziali, quasi primitivi, e dalla vigorosa giustapposizione di zone cromatiche che virano al rosso e al nero e che, annientando volumi e fisionomie, definiscono delle figure primarie capaci di raccontare la drammatica attività della tonnara in uno spazio bidimensionale dai colori vividi e brillanti a cui fanno talvolta da sfondo le minute e geometriche case bianche dell’isola di Favignana.
Alla fine degli anni Ottanta, Mattò viene casualmente scoperto da Salvatore Fiume che, oltre ad acquistare un suo quadro, lo fa conoscere a livello nazionale, facendogli allestire la sua prima mostra in una galleria d’arte di Milano. Salvatore Fiume coinvolge il pittore di Favignana anche nel suo progetto di collaborazione “Alleanze Pittoriche”, volto a costruire un’alleanza tra giovani artisti contemporanei di talento.
Conosciuto come il pittore della mattanza, Mattò non ha mai voluto abbandonare la sua amata Favignana e, dopo essersi dedicato all’intensa narrazione dell’isola e della sua vigorosa natura, qui si è spento nel 2021.