Ieri sera, alla Casina delle Palme, l’Autorità di Sistema Portuale Sicilia Occidentale e il Comune di Trapani hanno presentato alla cittadinanza l’intero progetto che prevede il rifacimento del waterfront del porto di Trapani.
Più di un ora e trenta di spiegazioni dettagliate, immagini, rendering e idee che renderanno funzionale e interessante per i traffici marittimi lo scalo di Trapani. La città, grazie alla sua posizione equidistante dal canale di Suez e dallo stretto di Gibilterra, si trova in uno snodo nevralgico delle rotte marittime del Mediterraneo, sia di lungo sia di corto raggio. L’alto valore storico, architettonico e paesaggistico di questo tratto di costa, più volte modificata nel corso del tempo, la ‘piazza d’acqua’ compresa fra il complesso del Lazzaretto e la Fortezza della Colombaia, il profilo del monte San Giuliano cha fa da sfondo alla città storica contro la orizzontalità delle saline, stabiliscono punti di riferimento identitari e formali di questo luogo e sono stati i punti di partenza delle proposte progettuali.
Il progetto generale di waterfront è frutto di una complessa attività di conoscenza, di acquisizione di dati e informazioni, di ricerca delle fonti, di connessione tra elementi con caratteristiche differenti, di volontà di trovare le più utili connessioni e di verifica delle soluzioni proposte con le richieste del bando.
Il contesto paesaggistico nel quale si inserisce il progetto è caratterizzato da sempre maggiore naturalità e, di converso, di sempre più debole urbanità, muovendosi lungo la direttrice che dalla Stazione Marittima termina all’isola della Colombaia. Su questo progressivo mutamento di carattere e di densità di segni antropici si inserisce, ricomponendo tutto in un’unica lettura, l’elemento predominante: il mare.
I quattro ambiti individuati, ovvero il nuovo terminal passeggeri, il mercato e la nautica da diporto, la darsena pescherecci e piazza urbana e il parco del waterfront, definiscono un campo allungato fra la città e il mare con caratteristiche proprie: è una interfaccia urbano-portuale, né città né porto, ma con i caratteri di entrambi.
Il progetto – hanno spiegato i tecnici – offre l’occasione di una pianificazione inedita, fondata sulla valorizzazione di entrambi i caratteri, sulla ibridazione delle funzioni e, soprattutto, sul tessuto delle connessioni. L’aspetto relazionale è la vocazione principale dell’interfaccia urbano-portuale: specializzare le funzioni e creare cortocircuiti da e verso la città, verso l’acqua come verso terra, ma anche verso il territorio di appartenenza, è una delle aspettative più importanti. Creare le premesse per costituire non tanto un insieme inerte di edifici e spazi aperti, congelati in un masterplan, quanto un campo relazionale e multidirezionale a funzioni miste, è un’altra delle sfide: più vicina ad una infrastruttura che ad un progetto urbano, l’interfaccia potrebbe funzionare come una sorta di grande magnete, attivo su due fronti sia quello di prossimità, a vantaggio delle aree limitrofe, sia alla lunga distanza, in un sistema territoriale più ampio.
Ambito 1
L’ambito 1 è destinato ad accogliere il nuovo scalo passeggeri del porto di Trapani, l’edificio del nuovo Terminal e la sistemazione del viale Regina Elena-Passeggiata alla Marina. Qui sono previsti l’ampliamento del molo a “T” in grado di accogliere il nuovo Terminal, i parcheggi e le aree di servizio, con la definizione di una nuova viabilità di accesso. L’idea progettuale propone una banchina che si sovrappone per forma al molo attuale ma con una forma più assottigliata e con l’accesso disegnato come prosecuzione del viale Duca d’Aosta. Il nuovo Terminal sarà posizionato su questa banchina, più vicino alla città, lungo i percorsi cittadini e non isolato né lontano dalla storica passeggiata “alla Marina”. Il proseguimento del viale Duca d’Aosta genera un nuovo disegno del molo stesso e della linea del lungomare, mettendosi in relazione con la Stazione Marittima appena ristrutturata.
Ambito 2
L’ambito 2 sarà un coacervo di attività e di funzioni. Qui convergono energie, urbanità, percorrenze, percezioni, paesaggio, mare, infrastrutture, memorie, lavoro. In poche parole, qui converge tutto quello che è l’identità storica e potenziale della città e del suo porto. Qui l’idea è di unire i due archetipi, ovvero una piazza come luogo sia di commercio sia di lavoro che di vita cittadina, e una copertura “infrastruttura”. Un sistema di volte in calcestruzzo, come canne di organo in sequenza copre questo spazio. Al di sotto di esso si sviluppa tutto lo spazio per il mercato vero e proprio, mentre sono mantenute le volumetrie preesistenti. L’idea è di inventare uno “spazio intermedio”, ovvero trasformare la copertura degli edifici esistenti in terrazzo aperto/coperto pubblico, con dehor e bar, caratterizzato da una straordinaria vista sul golfo e da un “cielo” ceramico colorato delle volte a botte. Al piano terra, lo spazio pubblico attraversabile, che unisce le attività del mercato a quelle commerciali e di servizio, oltre a quelle di lavoro relativo al rimessaggio, sempre nel rispetto degli spazi di lavoro e sicurezza. È l’ambito che include anche la nautica da diporto.
L’ambito 3 è costituito dall’area che va dalla piazza ex Scalo d’Alaggio (piazza Vittime motonave Maria Stella) all’area antistante il Lazzaretto, comprendendo le banchine settentrionale, nord-occidentale e sud-occidentale della darsena pescherecci, la via Lutazio Catulo, con il tratto di spiaggia e la piazzetta del Tramonto/prolungamento Via Carolina. In questo ambito si cerca di mettere ordine a una molteplicità di usi, di consuetudini e di funzioni che attualmente non sono regolamentati e che alimentano una complessiva condizione di marginalità e di precarietà. Questo ambito è dedicato ai parcheggi, assieme alla riqualificazione degli spazi esistenti da destinare alle attività della pesca e ad attività legate ai turisti e ai residenti.
Ambito 4 È formato dal Lazzaretto, dal Parco del waterfront e dal ponte di collegamento che consente la continuità della passeggiata ciclopedonale tra la lingua di terra del villino Nasi e l’isola della Colombaia. Il “Parco del waterfront” rappresenta un’occasione per Trapani di ritornare città-arcipelago, riappropriandosi della propria originaria morfologia. Questa volontà progettuale si attua paesaggisticamente attraverso il distacco del Lazzaretto dalla terraferma, e il ritorno alla sua natura di isola di Sant’Antonio. Una serie di azioni di scavo permetterà alle acque di ridisegnare i confini tra terra e mare, ripristinando quelle condizioni così fortemente compromesse dai “colmamenti”, susseguitisi a partire dalla fine del XIX secolo. Queste operazioni allontaneranno, metaforicamente, dal porto anche la lingua di terra che ospita il Villino Nasi e che si protende verso il mare aperto. Tale sensazione di entrare in un ambito “altro” dalla città verrà rafforzato dagli interventi di riqualificazione naturalistica della vegetazione. La componente ecologica farà da guida anche per gli interventi sull’altra lingua di terra presente: l’isola della Colombaia.
La posizione straordinariamente strategica del Lazzaretto, sia in termini di possibilità di utilizzo dello sbocco a mare e del porticciolo turistico, sia paesaggistico sia di collegamento con la Colombaia e il suo futuro Museo, sia di accessibilità veicolare diretta, lo pone nelle migliori condizioni per ospitare un albergo di livello (da 4 a 5 stelle), senza intervenire in modo impattante sul manufatto esistente.