Una pioggia di fondi: la città di Trapani sarà il capoluogo di provincia che riceverà più fondi dal Pnrr in relazione ai suoi abitanti. Uno studio anniversario redatto dal professor Gianfranco Viesti e da Carmela Chiapperini e Emanuela Montenegro, tutti e tre del dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, porta alla luce come la città di Trapani sia in testa tra le città con gli importi più elevati di investimenti per abitante. Per ogni abitante della città, arriveranno dal Pnrr ben 2.874 euro. Una cifra che proporzionalmente porta ad una spesa di quasi 185 milioni.
Gli studiosi scrivono “Solo 25 città ricevono finanziamenti di importo superiore ai 100 milioni. Dopo le prime 30 città, altre quindici hanno investimenti compresi fra 50 e 100 milioni; poi cinquantasette fra 20 e 50 milioni; le ultime quindici della graduatoria, cifre inferiori ai 20 milioni”. Tra le trenta città con la maggiore intensità di investimento per abitante, invece, la classifica è guidata da città con rilevanti interventi nei porti come Trapani, Trieste, Venezia, Genova, Cagliari, Brindisi, Ravenna.
Basti ricordare che solo 27 milioni sono stanziati per il recupero della Colombaia, storico castello difensivo della città, inserito nella “Misura 4 – Grandi attrattori culturali”. Altri 73 milioni, invece, sono stanziati sulla “Misura 7 – Porti” e 17.8 milioni nelle Zes, le Zone Economiche Speciali. Insomma, una pioggia di fondi che vanno a sommarsi ai più di 120 milioni che il Comune di Trapani ha in ballo per i suoi progetti. Una rapida stima, porta quindi alla cifra mostruosa di 300 milioni di euro che potrebbero rivoluzionare la città.
“Siamo i primi in Italia – afferma il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida -, ci sono centinaia di milioni di investimenti tra Agenda Urbana, Piano Periferie e tanti altri progetti, questi grazie al grande lavoro svolto dell’assessore Andreana Patti e dal consulente Gianni Mauro. Ai fondi conquistati da noi, vanno aggiunti i fondi stanziati all’interno del Pnrr. Da anni siamo costretti a vedere questa provincia come fanalino di coda. Per una volta, invece, Trapani può essere un buon esempio da seguire – aggiunge il primo cittadino -, invertendo in un problema culturale che troppo spesso ha attanagliato questo territorio”.
Un immobilismo atavico, una preoccupante fuga di cervelli che condiziona la crescita della città. Gli studiosi Viesti, Chiapperini e Montenegro sottolineano, però, come i maggiori problemi potrebbero nascere a breve: “Preoccupano le effettive capacità dei Comuni italiani di realizzare, nei tempi previsti e con qualità, tutti questi investimenti, alla luce della circostanza che le Amministrazioni sono molto impoverite di personale e di competenze tecniche”. Un monito che anche la città di Trapani deve osservare, visto che la pianta organica è ormai ridotta all’osso.