La nuova interruzione dei rifornimenti di gas in arrivo dalla Russia sta per colpire l’Europa, causando il rischio di una nuova impennata sui prezzi. La compagnia energetica statale Gazprom ha annunciato, tramite una nota rilasciata all’agenzia stampa russa Interfax, che a partire dall’11 luglio sino al 21 luglio, il gasdotto Nord Stream che collega la Russia alla Germania, verrà chiuso per lavori di manutenzione.
Secondo i paesi europei, si tratterebbe di un pretesto per inasprire la guerra energetica della Russia contro l’Europa. Il Cremlino si giustifica imputando la colpa al mancato arrivo di una turbina bloccata in Canada, a causa delle sanzioni economiche imposte contro Mosca per la guerra in Ucraina.
L’Unione Europea sta cercando di rendersi indipendente dal gas russo, in modo da non doversi più trovare in una situazione di possibile riscatto e smettere di finanziare l’economia Russa.
Il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck, ha proclamato lo stato di allerta sul metano. Giovedì l’Agenzia delle reti ha annunciato che i depositi di stoccaggio del gas sono stati riempiti al 61%. Per non rischiare un “inverno dello scontento” il ministro dell’Economia ha bisogno di elevare le riserve almeno al 90%.
Un obiettivo che “potrebbe diventare molto problematico”, ha dichiarato. Anche se Habeck si è assicurato già maggiori forniture da Norvegia, Paesi Bassi o Algeria e ha accelerato sulla costruzione di due rigassificatori nel Mare del Nord, è talmente difficile sostituire il fabbisogno da metano che la Germania potrebbe essere costretta a riavviare le centrali a carbone. Già dal 16 di giugno Duesseldorf, ha subito un taglio delle forniture dalla Russia del 40%, ed è stata costretta a cercare onerose alternative sul mercato.
In Italia i serbatoi di gas sono stati portati dal 55% al 60% della loro capacità massima. La Russia ha già ridotto del 15% i flussi previsti dai contratti di fornitura per il nostro paese. La chiusura temporanea del Nord Stream porterà a una riduzione ancora maggiore del gas in arrivo e a un nuovo aumento dei prezzi. “I prezzi aumenteranno perché il mercato del gas è speculativo e ci sarà una ulteriore corsa all’accaparramento”, ha detto al Sole 24 ore il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Secondo il ministro le chiusure dei rubinetti russi impatterebbero l’Italia in maniera inferiore rispetto agli altri stati membri. “È chiaro però che avremo un inverno difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive. Un conto è dire che abbassiamo la temperatura del riscaldamento di un grado, o dire che per qualche mese andiamo avanti con le centrali a carbone, un conto è dire che dobbiamo interrompere le attività”, ha aggiunto Cingolani.
Sempre secondo Cingolani, l’Italia starebbe “procedendo con un ritmo molto regolare” con l’obiettivo di arrivare al 90% della capacità di stoccaggio entro la fine dell’estate. Un traguardo raggiungibile anche grazie alla diversificazione delle forniture che l’Unione europea sta portando avanti come blocco. Nell’ultimo mese, infatti, per la prima volta nella storia, l’Unione ha importato più gas dagli Stati Uniti che dalla Russia, si legge in una nota dell’Agenzia internazionale dell’energia riportata da Bloomberg.
Appare molto chiaro il quadro della situazione che, vede la Russia, nelle vesti di “mazziere”. Soltanto che non siamo in un tavolo da poker e l’oggetto non è costituito da carte da gioco, in ballo c’è un bene di primaria necessità, il gas metano. Non è questa la sede nella quale discutere sull’atteggiamento della Russia, siamo liberi di credere al problema tecnico descritto dal Cremlino o dubitare sulla correttezza di Mosca.
Fatto sta che, i giochi di potere o disservizi, finiscono per avere degli effetti negativi nei confronti dei cittadini che, dovranno fronteggiare l’effetto collaterale dell’aumento della materia prima ed il rischio di affrontare un inverno non poco semplice. Se veramente la Russia sta mettendo in campo un gioco fatto di strategie, l’Unione europea inizia ad intraprendere la strada verso l’indipendenza.
Se tutti siamo utili e nessuno è indispensabile, al termine del conflitto con l’Ucraina, la Russia si troverebbe totalmente isolata, per tutto quello che sta mettendo in campo. Noi cerchiamo sempre di sperare che si tratti di problemi tecnici, in quanto viene difficile pensare che si possa arrivare sino a questo punto. Nel frattempo ci sono chiari segnali di risposta da parte dell’Unione Europea che, cerca subito delle alternative, una volta presentato il problema, è giusto pensare alla soluzione.
Ricordiamo gli interventi del Governo attraverso i quali si è cercato di far fronte al caro bollette, sono certa che non mancheranno altre azioni di tutela nei confronti di tutti gli utenti che, potrebbero trovarsi, dinnanzi a prezzi molto alti causati dalla scarsa disponibilità della materia prima gas.