Prima giornata di astensione dalla mensa, venerdì scorso 1 luglio, per i poliziotti penitenziari in servizio alla Casa Circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani.
La forma di protesta è stata avviata dai sindacati di categoria – contro la situazione organizzativa e operativa del carcere trapanese – che non escludono ulteriori e più eclatanti iniziativa per ottenere il rispetto dei diritti dei lavoratori che rappresentano.
Lo hanno reso noto Gaspare D’Aguanno (SAPPE), Francesco Ingrassia (OSAPP), Salvatore Badalucco (UILPA PolPen), Arcangelo Poma (USPP), Antonino Ficara (FNS CISL) e alvatore Todaro (CNPP).
“Abbiamo saputo – commentano i sindacalisti – che l’unico a fruire della mensa è stato il direttore, (considerato che, che pur in forza tre dirigenti della Polizia Penitenziaria, il comando del Reparto è stato affidato ad un ispettore), confermando la netta differenza tra lavoratori e datore di lavoro, cosa che speravamo comunque di non vedere: credevano di stare tutti nella stessa barca”
“Noi, per rifocillare il personale – proseguono i rappresentanti sindacali – che opera in vere e proprie trincee, a causa delle continue aggressioni e degli atti di intolleranza dei detenuti verso il poco personale di Polizia Penitenziaria presente, considerato che il bar il più delle volte viene chiuso per esigenze di servizio, abbiamo approntato un sacchetto viveri con panini e acqua per tutti i colleghi in servizio”.
“È apparsa bizzarro – concludono D’Aguanno, Ingrassia, Badalucco, Ficara e Todaro – il fatto che, per evitare l’astensione dalla mensa, proclamata dai sindacati, la Provvedittrice regionale per l’Amministrazione Penitenziaria abbia informato che avrebbe sollecitato il direttore ad indire una riunione, ma nessun cenno è arrivato, sia dall’organo regionale sia provinciale rispetto le rivendicazioni, confermando ancora una volta la pochezza dell’azione dell’Amministrazione, ragion per cui rispediremo al mittente sia l’invito sia l’incontro”.
I sindacati prevedono di effettuare una settimana di astensione dalla mensa, per poi passare a sit-in davanti al carcere di Trapani e ad altre azioni di protesta.